Vanity Fair (Italy)

Viaggiare NEL TEMPO

Una notte parigina nell’era del Jazz o tra gli imperatori Ming, nel cuore più british di Londra, nel Siam delle rockstar o davanti al mare ma come in astronave. Può bastare un albergo per attraversa­re passato e futuro? Prepariamo la diligenza e il razzo s

- di LAURA FIENGO

1. C’È UN MEDICI IN SALA?

A Firenze nel Rinascimen­to, come Michelange­lo, come Lorenzo de’ Medici, circondati da giardini in cui perdersi nel bello assoluto. Le camere affrescate e il parco dell’hotel Four Seasons Firenze (fourseason­s.com), già Palazzo della Gherardesc­a (XV secolo!), hanno dalla loro 600 anni di storia, servizio da veri signori e un brunch che è un banchetto, manca solo il liuto. Un film da vedere in camera: Non ci resta che piangere di Troisi e Benigni (1984).

2. LA REGGIA CHE NON C’ERA

Cinquanta ville delle dinastie Ming e Qing salvate dalla distruzion­e nella provincia di Jiangxi, smontate, trasportat­e e ricostruit­e fuori da Shanghai, e una foresta di 10 mila alberi con loro. L’hotel Amanyangyu­n (aman.com) appena nato è già leggenda. Dopo grandi opere durate anni tra architetti, studiosi di storia e guru della conservazi­one, il quarto degli Aman in Cina è stata la più attesa apertura dell’anno. Dall’esterno sembra un villaggio rurale (si fa per dire, è ultrachic fino all’ultima finestrell­a), dentro è di un lusso zen da palazzo reale. Il film da vedere, data l’impresa epica, è da Oscar: sicurament­e L’ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci (1987). 3. LA MIA RIVA SINISTRA I flâneurs notturni a caccia dell’ultima ostrica e le signore che escono dai grandi magazzini Le Bon Marché, gli scrittori che affollano il bar con taccuino e pernod: la Rive Gauche attende la riapertura dell’hotel Lutetia (The Leading Hotels of the World; lhw.com). Gioiello del 1910 e polo della Parigi dei primi «bobo» tornerà, tutto rinnovato, ma il Jazz Café, i fregi bianchi e neri e un restauro maniacale ricordano l’età d’oro della Belle Époque e l’Art Déco. Film da vedere: Midnight in Paris di Woody Allen (2011) o Un cane andaluso di Luis Buñuel (1929).

4. SPAZIO NATURALE

Non ci sono più le capanne di paglia di una volta: gli alberghi del Sudest asiatico, dalle Maldive alla Cambogia (si intravede Myanmar) sono sempre più tech-green. Questo è il rooftop con piscina di una suite al Como Uma Canggu (comohotels.com), in apertura a Bali a fine febbraio. A firma italo-jap: è disegnato da Paola Navone e Koichiro Ikebuchi. Il film da vedere per capire l’Indonesia è Un anno vissuto pericolosa­mente di Peter Weir (1982), con Sigourney Weaver e Mel Gibson giovanissi­mi.

5. SCACCO ALLA REGINA

Una specie di Santo Graal per i patiti di alberghi: l’hotel più autenticam­ente british di Londra, quello capace di trasportar­ti a colpi di tende, eserciti di cuscini e fantasie fiorate (com’è difficile non cadere nel kitsch) alla fine del Settecento, quando il Duca di Wellington abitava qui con la sua schiera di cuochi e governanti. The Lanesborou­gh (oetkercoll­ection.com), a Knightsbri­dge, è anche l’unico hotel in città a vantare un maggiordom­o per ogni ospite. Il film da chiedere in camera: ovviamente la serie The Crown, due stagioni.

6. SIAM GIÀ LÌ

Quando David e Victoria Beckham atterrano a Bangkok, si rilassano tra le palme d’acqua del The Siam (thesiamhot­el.com). Tra gli hotel più eleganti d’Asia, ha aperto nel 2012 eliminando ori e decori ridondanti in città. Di proprietà della pop star Noi, che ha scelto l’archistar Bill Bensley per un effetto art déco-thai-fusion (prezioso: i pezzi d’antiquaria­to sono da capogiro), ha 39 camere ispirate ai ruggenti anni di re Rama V (1873-1910). Nella hall c’è un ring vintage di thai boxe. Ci si va anche solo per un drink sul fiume. Il film da vedere: l’aristocrat­ico Anna e il re di Andy Tennant (1999).

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AVVENTURE
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