Vanity Fair (Italy)

Faccio di testa mia

Non crede alle scorciatoi­e e finora ha funzionato. ESTER PANTANO è in una nuova fiction d’atmosfera siciliana

- di MARGHERITA CORSI

Ester Pantano non crede alle raccomanda­zioni. Quando ha deciso di tentare il provino per il Centro sperimenta­le di cinematogr­afia di Roma, tutti le hanno detto di lasciar perdere: non sarebbe entrata senza un «aiuto». Invece ce l’ha fatta, portando alle audizioni una scena di Ragazze interrotte: «Quella in cui Angelina Jolie trova il diario di Winona Ryder», racconta l’attrice di Catania, 27 anni. «Faccio sempre di testa mia». E finora ha funzionato. È la protagonis­ta femminile della Mossa del cavallo, il 26 febbraio su Raiuno, tratto dall’omonimo romanzo di Andrea Camilleri, dove recita accanto a Michele Riondino («il mio vicino di casa»), e sarà nel prossimo film di Paolo Virzì, Notti magiche. Il suo primo ruolo importante è stato proprio nella serie tv Il commissari­o Montalbano, nel 2012. «Avevo 21 anni, facevo la scuola di teatro a Catania, feci il provino aperto. Andò subito bene. Ho capito allora che volevo fare l’attrice». La prima volta sul palco? «A 17 anni cantando At Last di Etta James. Ho iniziato a fare teatro perché studiavo canto, ma dovevo combattere la timidezza. Alla fine delle canzoni scoppiavo a piangere: non riuscivo a trattenere l’emozione». A che punto della sua carriera si sente? «All’inizio. Ho finito di studiare e ho fatto un anno di provini, ora comincio a vincerli». Quanto contano le conoscenze nel cinema italiano? «Si fanno perché fai le audizioni. Avevo fatto un provino per una serie di Virzì, ma poi il mio personaggi­o è cambiato. Però si ricordavan­o di me e mi hanno richiamato. Le conoscenze si coltivano sul campo, non in privato». Di questi tempi non sembra così scontato. «Sarà, ma se un regista mi scrive su un social network lo dico subito alla mia agenzia. Quelli seri non lo fanno. C’è tanta ingenuità e speranza di farcela. Oggi è difficile fare l’attrice, c’è poco lavoro e siamo tantissime». Eppure voi siciliane piacete molto, penso a Miriam Leone, Tea Falco. «Loro hanno colori più nordici. Per me è dura andare fuori dal Sud Italia, non voglio essere solo “la siciliana”». Che cosa serve per emergere? «Studio e giusta percezione di sé, conoscere i propri talenti». Montalbano è un successo, ansia da prestazion­e per la Mossa del cavallo? «Tantissima, ma è il mio motore. L’ho trasformat­a in adrenalina». Traguardo da raggiunger­e prima dei 30? «Lavorare all’estero. Ho studiato in Cina e a Parigi, ora voglio spostarmi a Los Angeles o a New York».

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