Vanity Fair (Italy)

C’è del marcio alla maison (di Daniel Day-Lewis)

- paola jacobbi

Sapete quello che si dice dei grandi attori, no? «Lo ascolterei elencare anche i piatti del menu». Daniel Day-Lewis lo fa nel Filo nascosto, al cinema dal 22 febbraio. «Coniglio scozzese (si chiama così ma è un crostino al formaggio, ndr), uovo in camicia, bacon, scones, burro, panna, marmellata, una teiera di Lapsang Souchong». Pausa. Infine: «E un po’ di salsicce». L’immenso Day-Lewis, 60 anni, è Reynolds Woodcock, couturier nella Londra degli anni Cinquanta. Ricche signore, finalmente libere da rigori e tristezze della guerra, vogliono le sue creazioni glamour per sentirsi favolose alle feste e ai matrimoni. Reynolds è un artista ossessivo, narciso, umbratile e scapolo, la maison è diretta dalla sorella (Lesley Manville) che sembra uscita da un film di Alfred Hitchcock. Lui si porta in casa delle «muse» e l’ultima di queste è la cameriera Alma (Vicky Krieps, 34 anni, sotto, una rivelazion­e!). Ma a casa Woodcock, sotto i merletti c’è di più: segreti del passato, la magia dell’amore e la foga dell’odio, l’intreccio velenoso di possesso e potere, praticamen­te tutto quello di cui stiamo parlando da mesi. Il regista Paul Thomas Anderson ha raccontato che l’idea per il film gli è venuta un giorno in cui era a casa malato e sua moglie (l’attrice Maya Rudolph) si prendeva cura di lui. «Mi guardava con tale tenerezza che mi sono chiesto: non le piacerebbe tenermi sempre in questo stato?». Il filo nascosto (sei nomination all’Oscar) è il più attuale e intossican­te film dell’anno. Perché intossican­te? Andatelo a vedere.

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