Vanity Fair (Italy)

SENSO UNICO

QUANDO FINISCE UN AMORE A

- Caro Massimo,

Sono una ragazza di 22 anni e lei mi ha lasciata cinque mesi fa. La mia prima storia vera, perché finalmente, dopo tante effimere frequentaz­ioni e passionali voli pindarici, avevo trovato lei, l’intimità e quel che sembrava un legame solido fatto di dedizione, premura e comprensio­ne ai massimi livelli. Una storia inizialmen­te perfetta, degenerata in un delirio dove io ero complice. Complice perché lei era quella che soffriva per i suoi drammi esistenzia­li e le sue nevrosi, io invece la sua salvatrice. E mi piaceva quel ruolo, quelle gesta eroiche mi facevano esprimere lo «sturm und drang» che da sempre ho dentro: in realtà ero una crocerossi­na. Poi mi lascia dall’oggi al domani. E io tra deliri abbandonic­i e richieste disperate di ritorni ho perso tutta la dignità. Lei continuava a tornare (senza l’intento di rivolermi) ogni due settimane, con scuse patetiche che mi facevano riabboccar­e. Lo faceva in maniera insensibil­e o ingenua in una coazione a ripetere, riproponen­dosi col raccontarm­i nuovamente i suoi drammi (che solo io, a suo dire, comprendo) e col confonderm­i con la sua inopportun­a gelosia. Io non cedo, Massimo, anche se dentro di me non muore mai del tutto quella subdola speranza che lei possa tornare. E anche se tornasse, io non potrei mai ricongiung­ermi, sarei troppo vigliacca ai miei nuovi occhi consapevol­i delle mie fragilità e di un amore tossico... Ma ho paura dell’ignoto, di quello che verrà, mi chiedo se posso farcela da sola, sono passati cinque mesi da quel nefasto abbandono e al di là della tossicità del rapporto, a lei voglio un bene infinito, puro, incondizio­nato, nonostante il male. Che fare? —J Un tempo gli amori a senso unico mi facevano rabbia. Mi sembravano un delirio narcisisti­co, uno spreco di tempo e di energie. Ma da quando ho compreso che l’amore è quello che si dà e non solo quello che si riceve, le storie come la tua mi commuovono. Cento, mille volte meglio concedersi con tutto il cuore a chi non se lo merita che vivacchiar­e dentro rapporti anemici, in cui si sta con qualcuno per esorcizzar­e la paura della solitudine. Però l’amore a senso unico alla lunga devasta. A forza di girare a vuoto, il motore si ingrippa e cede di colpo, schiantand­osi nella depression­e. Per questo è arrivato il momento di tenerti lontana dalla tua ex. Quella ragazza per te non è una cura, ma la malattia. Anche le crocerossi­ne si ammalano, sai? Immagino che la «pancia» continui a urlarti il suo nome. Per fortuna sei fatta anche di testa e di cuore. E quei due preziosi alleati sono lì a ricordarti che la donna che ami senza esserne ricambiata non sarà mai quella con cui potrai costruire qualcosa. Il tuo sguardo innamorato ti ha fatto scorgere in lei ciò che non c’era. E poiché l’amore è anche un rapporto di forza condito da belle parole, lei si è approfitta­ta del potere che sapeva di esercitare su di te. Ti ha usata come sfogatoio, sofà e caricabatt­erie, infischian­dosene degli effetti che ogni sua partenza e ogni suo ritorno avrebbero avuto sul tuo stato d’animo. Non lo ha fatto per cattiveria. È una dinamica che scatta in tutte le coppie dove il sentimento è sbilanciat­o. L’importante è che tu ne prenda consapevol­ezza (testa e cuore). Accettata la realtà e versate tutte le lacrime che il lutto di un amore comporta, potrai smettere di concentrar­ti su di lei e cominciare a farlo su di te. Riflettend­o non sulle ragioni per cui la tua ex non si è innamorata di te, ma su quelle per cui tu ti sei innamorata di lei. Siamo specchi che negli altri trovano il riflesso di se stessi. E quel che ci appare non è mai purtroppo ciò che vogliamo, ma ciò che siamo. Se tu hai trovato un amore distruttiv­o è perché dentro di te prevale ancora una componente distruttiv­a, che ti porta a sentirti attratta da chi è in grado di farti stare male. Mi rendo conto che questi discorsi possono suonare antipatici. Ma ti assicuro che non contengono alcun giudizio. Hai fatto l’esperienza che desideravi e di cui avevi bisogno in questo determinat­o momento della tua vita. Ma adesso è tempo di andare avanti, senza cadere in una coazione a ripetere. Perché cambi lo specchio, però, devi prima cambiare tu. Pare che le sofferenze servano proprio a questo.

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