Questione di peeling
È il momento giusto per cambiare pelle e illuminare viso e corpo. I modi per farlo sono tre: medico, estetico o soft, in casa. Ma ora a Hollywood spunta il gel al carbonio, ispirato alle auto da corsa
P er la natura il concetto di peeling non è una novità. I serpenti abbandonano ciclicamente la loro pelle per diventare più grandi, le tartarughe rinnovano il carapace una «tegola alla volta» e gli uccelli sostituiscono progressivamente tutte le piume. Anche l’uomo subisce una piccola muta che, però, tra tutti è la meno scenografica. La cute, infatti, si rinnova ogni 28 giorni da giovani, e impiega fino a tre mesi in età adulta, ma l’esigenza di avere una pelle luminosa è antica tanto da aver spinto gli uomini a esfoliare viso e corpo con miscele granulose, antesignane dello scrub odierno. Questo prima degli anni ’80, quando fu scoperto l’acido glicolico, la molecola più piccola degli alfaidrossiacidi, ma con un forte potere esfoliante, estratto dalla canna da zucchero, dall’uva acerba e dalle barbabietole. Una rivoluzione cosmetica. La parola, però, può essere fuorviante: «Per peeling possono essere intesi trattamenti anche molto diversi tra loro», spiega Magda Belmontesi, dermatologa e docente alla scuola superiore di medicina estetica Agorà di Milano. «Esiste quello medico, il più forte, che è l’unico che permette di usare attivi ad alte concentrazioni, come l’acido glicolico fino al 70% oppure i retinoidi, derivati della vitamina A che favoriscono il ricambio cellulare. Poi c’è quello dall’estetista, in cui la concentrazione di acido glicolico non può superare per legge il 25%. E infine detergenti e scrub cosmetici con alfaidrossiacidi delicati o particelle esfolianti. Il principio è per tutti lo stesso: rimuovere in maniera più o meno profonda gli strati superficiali della pelle e stimolare il turnover cellulare. Anche sul corpo: su collo, décolleté, gambe e braccia in caso di cheratosi pilari, ittiosi e follicoliti».
Rituali rivelatori
La stagione del rinnovamento «indotto» va programmata con un certo anticipo: «Il momento migliore per un ciclo di peeling medico va dall’autunno fino a primavera inoltrata, perché le sedute previste, in genere tre o quattro, vengono fatte ogni quindici giorni, se non ogni 6 o 7 settimane, a seconda dell’attivo utilizzato e della sua concentrazione. Questo per permettere alla pelle di rigenerarsi completamente». Inoltre, gli acidi utilizzati in ambito dermatologico non sono tutti uguali, così come non lo sono le pelli che necessitano un trattamento di questo tipo: «L’acido salicilico è un seboregolatore, l’acido lattico e l’acido fitico hanno potere schiarente,
mentre il glicolico e il piruvico sono esfolianti», dice Belmontesi. Qualunque sia il principio attivo utilizzato, però, nel post trattamento la pelle risulta sguarnita del suo strato corneo protettivo e risulta più esposta alle aggressioni. È d’obbligo quindi reidratarla correttamente e proteggerla con un solare dal fattore di protezione medio-alto. Dopo il peeling, inoltre, è vietato fare lampade e cerette per scongiurare ustioni chimiche ed è proibito a chi soffre di malattie autoimmuni come vitiligine e psoriasi, e anche in caso di herpes recidivante.
Da Los Angeles con gentilezza
Nel jet set, c’è chi però del peeling settimanale proprio non può fare a meno, come Angelina Jolie e Kim Kardashian. Le due star ricorrerebbero frequentemente al Carbon Spectra Peel, meglio noto ormai con il nome di Hollywood Peel, un trattamento delicato che sfrutta le proprietà del carbonio, materiale usato per carrozzerie di auto e bici da corsa, vista la sua leggerezza. «Si può fare sempre, anche ogni settimana, perché non dà infiammazione o fotosensibilizzazione. Bisogna solo evitare di esporsi al sole nelle 48 ore successive», spiega Pier Luca Bencini, dermatologo e direttore scientifico Iclid di Milano. «Durante il trattamento, viene spalmato sul viso un gel al carbonio. Illuminato con un raggio laser a luce infrarossa, le sue particelle iniziano a vibrare intensamente, così tanto da spingere le impurità fuori dai pori ed esfoliare la pelle. Ha un effetto tensore-illuminante, ed è consigliato in caso di pelli grasse e acneiche».
Radiosità a domicilio
Molto può essere fatto anche a casa. Sono apparsi in profumeria prodotti soft peel dalle diverse texture e concentrazioni. Il peeling domiciliare sfrutta basse concentrazioni di attivi per conservare la luminosità e stimolare la pelle nella rigenerazione. «SkinCeuticals ha sviluppato il trattamento notturno Glycolic 10 Renew Overnight con acido glicolico al 10% che per la prima volta in cosmetica associa un basso pH, fattore essenziale per l’efficacia del prodotto che può essere usato anche quotidianamente», spiega Laura Sestito, responsabile della formazione di Skinceuticals. E nel peeling la costanza paga, immediatamente e in luminosità.