Moby Dicksonoio
A tu per tu con un branco di grandi animali marini a Mauritius, nelle grotte sacre dei Maya e in un tempio sommerso dell’arcipelago giapponese. Il campione di apnea GUILLAUME NÉRY si è immerso nelle acque profonde contando solo sui suoi polmoni. Ha incontrato creature eccezionali e passeggiato nei luoghi sottomarini più sacri del mondo
Alle porte dell’«Atlantide giapponese», nei pozzi sacri dei Maya o faccia a faccia con uno tra i più affascinanti grandi animali marini: quando il recordman francese di apnea Guillaume Néry e il fotografo Franck Seguin hanno deciso di intraprendere un giro del mondo sotto le acque ancora inesplorate degli oceani, l’avventura ha virato subito verso il misticismo e l’ignoto. La spedizione, diventata poi il progetto fotografico One Breath Around the World («Un respiro intorno al mondo»), di cui vedete tre delle dieci tappe in queste pagine, ha portato i due francesi in luoghi dimenticati dalla storia. Il metodo lo ha spiegato il fotografo Seguin: «Dovevamo andare in luoghi eccezionali per fare incontri eccezionali». A cominciare dal più sbalorditivo: quello con i capodogli, trovati sotto le acque di Mauritius con l’aiuto di una sonda sonora. «Nessuno può raffigurarseli davvero. Hanno un aspetto più brutale di quello delle balene. E sono campioni di apnea: fino a 90 minuti e fino a tremila metri di profondità», ha raccontato Seguin. In Messico, la meta erano le cenote dello Yucatán. «Alcuni asteroidi si sarebbero schiantati nella giungla, formando questi pozzi sacri, dove i Maya officiavano riti sacrificali». Il misticismo impregna anche Yonaguni, una struttura sottomarina a sud di Okinawa, nell’arcipelago giapponese, che risale a 5 mila anni fa. «Scoperto nel 1985, questo potenziale tempio di pietra è una delle formazioni sommerse più belle del mondo», dice Seguin. Valentina Colosimo