E IL VINCITORE È...
In attesa della NOTTE DEGLI OSCAR, vi diciamo chi, a nostro giudizio, ritirerà i premi più ambiti. E se ancora non avete visto i film candidati, ve li facciamo vedere noi (gratis)
Martedì 27 febbraio si sono chiuse le votazioni per gli Oscar, i giochi sono fatti e nemmeno se un poderoso scandalo sessuale si schiantasse addosso a uno dei vincitori, i risultati della raccolta delle preferenze dei seimila membri dell’Academy potrebbero cambiare (o forse sì? Sarebbe un colpo di scena molto più eccitante dello scambio delle buste avvenuto un anno fa). In questo momento, basandosi sui risultati dei premi di categoria già assegnati e sull’atmosfera che si è creata intorno a ciascun film e attore, ecco le mie previsioni. Miglior attore non protagonista: Sam Rockwell, il poliziotto di Tre manifesti a Ebbing, Missouri. L’unico che potrebbe insidiarlo è Willem Dafoe, magnifico in Un sogno chiamato Florida (esce in Italia il 29 marzo) ma in una parte davvero piccola, per numero di pose, mentre quello di Rockwell è, di fatto, un ruolo da protagonista. E allora perché Rockwell e il vero non protagonista di Tre manifesti a Ebbing, Missouri, Woody Harrelson, stanno entrambi in questa categoria? Io credo che sia stata un’abile mossa dei produttori: tentare la carta del non protagonista per evitare di far scontrare Rockwell in quella dei protagonisti dove la concorrenza è sempre più forte, anche solo in termini di notorietà. E quest’anno, tra i cinque candidati, c’è l’apparentemente imbattibile Gary Oldman, nel ruolo di Winston Churchill nell’Ora più buia. Classica interpretazione mimetica, «da Oscar», da attore-mattatore in scena per tutto il film, con l’apprezzabile aiuto di un ottimo reparto trucco (è probabile che L’ora più buia vinca anche nella categoria best make-up). Timothée Chalamet, attorerivelazione dell’anno, candidato per Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, difficilmente vincerà ma, a 22 anni, essere considerato l’unico in grado di battere Oldman è quasi più di una statuetta. Il film di Guadagnino ha altissime probabilità, invece, di mandare a segno un’altra delle sue quattro candidature: quella per la migliore sceneggiatura non originale, opera di James Ivory sul romanzo di André Aciman che, nel frattempo, ha scalato le classifiche dei best seller.