Vanity Fair (Italy)

Adesso cambia tutto

Ai tempi di X Factor era «ingenuo», oggi che esce il suo nuovo album LORENZO FRAGOLA riflette sulla fama che ha mutato la sua vita

- di RAFFAELLA SERINI

Un nuovo album che definisce un «percorso», segnato da dieci canzoni, che spaziano dal pop più scanzonato (vedi la prossima hit estiva Super Martina) ai suoni latini di Miami Beach, dall’elettronic­a al rap, con tanto di collaboraz­ioni al ritmo di beat, con Mecna & Mace e Gazzelle. La tracklist si apre con il primo singolo Battaglia navale e si chiude con Bengala, che dà il titolo al disco. «So che può sembrare un atto di presunzion­e, ma questo album bisogna ascoltarlo dall’inizio alla fine: solo nella sua interezza acquisisce un senso», dice. È proprio orgoglioso Lorenzo Fragola di questa nuova creatura, la chiama «indipenden­te», perché per la prima volta la sente interament­e sua: ha scritto da solo molti dei brani (tutti in italiano tranne uno in inglese, Echo) e alcuni li ha anche prodotti da sé, come Battaglia navale. Bengala, come «il razzo di segnalazio­ne per chiamare soccorso», esce a due anni di distanza da Zero Gravity e dopo il tormentone L’esercito del selfie della scorsa estate. È un disco che parla di libertà, amore, ma soprattutt­o di distanza. La distanza come luogo fisico, «tipo quella che c’è tra me che sto a Milano e la mia famiglia in Sicilia». Ma anche temporale, «tra il me prima e dopo X Factor». È nel 2014 che Fragola ha vinto il talent show di Sky. E oggi, nonostante siano passati solo quattro anni, a quel ragazzo ripensa già con affetto. «Ero ingenuo, vivevo tutto senza chiedermi neppure che cosa stessi facendo». Adesso, a quella «genuina inconsapev­olezza» è subentrata una nuova fase, di autodeterm­inazione. Il cantante di Catania ha deciso di mettersi alla prova, sperimenta­re e stravolger­si, «per confrontar­mi con me stesso, per ricostruir­e il distacco tra persona e personaggi­o televisivo». In Cemento, per esempio, parla di tutti quei legami che non ci sono più, a causa anche della popolarità. «In questo pezzo c’è molta rabbia, nasce in un momento in cui mi sono chiesto perché tanti rapporti fossero finiti o cambiati in un certo modo». E la risposta è che «siccome da essere uno studente squattrina­to a Bologna da un giorno all’altro mi sono ritrovato a fare il cantante a Milano, alcuni hanno pensato che fossi diventato ricco all’improvviso, senza fare niente». Invece? «Invece vivo ancora in affitto, con fidanzata, cane e fratello, e non me la sono goduta mai, neanche a vent’anni. E rimpiango di non averlo fatto».

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