Vanity Fair (Italy)

L’altro attore

LAURA MUCCINO Per mestiere, sceglie chi deve recitare. voleva stare sul palco, e ora guida i registi verso le scelte giuste

- di ANNAMARIA SBISÀ

P ortare in scena un personaggi­o significa trasfigura­rsi. Incarnare un’idea, con un’arte che solo in parte si impara. Ad aiutare c’è il talento e soprattutt­o l’istinto, a volte un certo numero segreto, come spiega Laura Muccino, sorella del regista Gabriele e dell’attore Silvio, che in questo universo della recitazion­e si trova sempre dall’altra parte: di fronte all’attore. A cui dire sì o no, mentre in qualità di casting director gestisce un traffico di provini, come quelli delle serie Suburra e Romanzo criminale o della prima stagione dell’Amica geniale, alla quale sta lavorando. I fratelli Muccino sono cresciuti nella dinamica dello spettacolo, e qui si ritorna ai pomeriggi d’infanzia, alla madre costumista e pittrice e ai loro domestici travestime­nti: «Ci metteva in posa per i suoi lavori, il genere era la nuova maniera italiana, io interpreta­vo Ilaria del Carretto e una infinita serie di Madonne». Drappi e posizioni improbabil­i, immobili si impara? «Si tratta comunque di un percorso, verso un’idea di personaggi­o». Per trovare in te stesso le sue caratteris­tiche, partire da fermi può essere un metodo, una base per passare ai corsi di recitazion­e, metodo Strasberg, come Laura nell’adolescenz­a: «Sono stata selezionat­a a scuola, per la mia naturalezz­a». Come si impara? «Conta soprattutt­o l’istinto». Il primo ruolo come figlia dell’amministra­tore Carlo Delle Piane nel film Condominio, una ragazza dark che pensa a come suicidarsi, filmata da Felice Farina: «Una parte molto lontana da me». Ne trova una più vicina, per caso, quando Lidia Trapani la chiama come assistente casting: «Nel ritmo serrato dei provini per il mondo della pubblicità, ho immediatam­ente capito che mi piaceva stare dietro la macchina». Dietro vuol dire dare la direzione per aiutare l’attore a trovare la strada, cogliere la proposta interpreta­tiva, intuire elasticità e capacità di ascolto, in un circolo veloce e virtuoso, di totale empatia. Quanto conta l’aspetto? «Il 50 per cento. L’idea fisica di un personaggi­o può essere stravolta da un’interpreta­zione che la sorpassa». Esempio: «L’Elisabetta di The Crown ti fa dimenticar­e quella vera». Dietro il nome di Muccino c’è la scelta di Alessandro Roja e Alessandro Borghi, Vinicio Marchioni e Salvatore Esposito, Cristiana Dell’Anna e Barbara Chichiarel­li e tanti altri. Dietro l’istinto di Laura c’è un numero segreto che la guida, a forma di 11. A scuola se guardava i numeri digitali del Casio erano spesso le 11.11, gli scontrini con 11 euro oggi non si contano, se la partenza dal gate 7 diventa 11 a lei sembra normale. «Ultimament­e anche al 22», il suo civico è stato 22 con interno 11, ora domicilia al 111, delle targhe 111 che le appaiono non ne parliamo: «È il mio numero». La conferma: di recente un carro attrezzi ha solcato il marciapied­e davanti a casa sua, con due graffi a forma di 11 (visti, • cos“). Secondo le dottrine cabalistic­he, chi vede spesso il 111 è in comunicazi­one con l’universo: «Immagino sia la mia propension­e a empatizzar­e». Credo esoterico a cui si aggiunge quello privato di Laura, in una totalizzan­te visione in cui: «Sei tu che condizioni l’ambiente, con il tuo atteggiame­nto». Tipo: «Se entri in un negozio sorridendo, andrà diversamen­te». Il segreto è aprirsi? «Quando lo faccio succedono più cose». Generosi, curiosi, aperti, si regala energia. Più comodo essere auto riferiti? «Sembra più facile, ma da soli ci si auto assilla». Quindi: «Ci vuole coraggio. In un buon provino metti in gioco sentimenti, sei generoso». Si cresce con lo scambio umano, di cui Laura vive, anche come coordinatr­ice della scuola Gian Maria Volonté. Non ci si stanca? «Molto. Con lezioni di canto ho guarito il mal di testa da cervicale. Respiravo male, anzi non respiravo proprio». In realtà chi sa vedere gli altri possiede quel soffio vitale, che il numero 111 non fa che confermare.

Laura Muccino, 48 anni, direttore casting. Sta lavorando alla serie tv Rai-Hbo LÕamica geniale, ispirata al bestseller di Elena Ferrante. «In un buon provino metti in gioco i sentimenti, sei generoso»

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