Vanity Fair (Italy)

La pasionaria «Rappresent­are certe donne è anche un fatto politico», dice l’attrice francese. Che ha idee chiare anche sul look: bastano una giacca nera, un corsetto, i jeans

- Qualcosa di Personale Anna Mouglalis di ILARIA CHIAVACCI

Come Karl nessuno mai

La voce che risponde al telefono da Parigi è calda, roca e sensuale. Karl Lagerfeld, direttore creativo di Chanel di cui Anna Mouglalis è ambassador, dice che è uguale a quella di Jeanne Moreau. «Prima di conoscerlo pensavo che la moda fosse un mondo popolato da gente superficia­le. Lui, invece, è la profondità fatta persona e mi ha dimostrato che mi sbagliavo. A ogni shooting mi regala un’opera d’arte, così che io mi possa ispirare», dice l’attrice francese a proposito del grande stilista e fotografo tedesco. Anna fa parte della Girl gang di celebrity fotografat­e nell’appartamen­to di Mademoisel­le Chanel per lanciare l’orologio Code Coco. «Karl non sceglie lo scatto in cui sei più carina. Magari usa quello in cui hai un’espression­e strana, ma che coglie al meglio la tua identità».

Paula, Coco e le altre

Su Netflix è appena arrivato il film The Most Assassinat­ed Woman in the World: la storia di Paula Maxa, stella del teatro Grand Guignol di Pigalle che portò in scena la morte in 60 modi diversi, per un totale di 10 mila volte. «Era una grande attrice. Negli anni Venti e Trenta il cinema era in bianco e nero, non serviva che il sangue degli effetti speciali fosse rosso. Venne inventato per quel teatro e per lei, specializz­ata nel ruolo di vittima di morti violente». Paula è interpreta­ta da Anna, che ama recitare nei panni delle grandi donne del passato. È infatti sempre lei ad aver interpreta­to Gabrielle Chanel: «Rappresent­are certe icone sullo schermo è anche un fatto politico. Coco ha dovuto lottare parecchio per realizzare i suoi sogni in una realtà maschilist­a, in cui le donne non potevano né lavorare né possedere un conto in banca». Una causa che Mouglalis sente molto, essendo tra le sostenitri­ci del movimento #maintenant­onagit della Fondation des Femmes, associazio­ne delle attrici francesi schierate contro la violenza sulle donne.

Tempo prezioso

Anna è una di quelle donne che eleganza e sensualità ce l’hanno nel sangue, e tendono a sminuire il fatto di essere icone di stile: «Sono così fortunata, quasi non faccio shopping. Io le cose non le lascio morire: ho un paio di stivaletti Chanel che hanno quindici anni, e li porto ancora. Poi ci sono i classici della maison, come la giacca nera. Sotto ci metto i corpetti che compro da Sabbia Rosa, una boutique di Parigi specializz­ata in lingerie, e sono pronta». Ama anche le T-shirt American Vintage e i jeans Uniqlo. Al polso il Code Coco: «C’è chi lo guarda per sapere l’ora, per me è un gioiello a tutti gli effetti».

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