Vanity Fair (Italy)

Benessere con vista

Ci hanno soggiornat­o i più grandi artisti, dal cinema alla musica, alla letteratur­a. Oggi il Grand Hotel Tremezzo accoglie gli ospiti tra stucchi Liberty, panorami e uno spa menu da Divina

- di ROSSELLA FIORE

Per Greta Garbo era una meta soleggiata e felice, nel film Grand Hotel del 1932. E non era la sola a pensarla così. Prima di lei, Plinio, Rilke, Liszt e anche Twain, che citò quella sponda del lago di Como nel racconto di viaggio Gli innocenti all’estero ed Hemingway, che lì scrisse Addio alle armi. Tremezzo, in particolar­e, è stata locus amoenus di famiglie facoltose di tutta Europa che avevano eletto il lago di Como come una destinazio­ne del Grand Tour. Di quell’epoca è testimone il Grand Hotel con la sua vista da cartolina: il parco di Villa del Balbianell­o a destra e i giardini di Villa Melzi di fronte. Soggiornan­do lì, si ha la sensazione che lo scorrere del tempo non sia stato lineare. Gli interni Liberty sembrano aver subito una sorta di filtro «reloaded» di Instagram: gli stucchi «a colpo di frusta» della Belle Époque oggi incornicia­no pareti sgargianti, mentre le tradiziona­li lenzuola di lino ora sono in fibra eco-tech di betulla, più liscia della seta. Merito delle donne, da generazion­i a capo del Palace. A partire dalla prima, Maria Gandola, che nel 1910 convinse il marito a costruire a Tremezzo il primo hotel all’altezza dei frequentat­ori della zona. E alle donne dell’hotel sono dedicate le suite storiche, Carlotta, Aurelia e la splendida Emilia, l’unica all’interno della T Spa, una villa settecente­sca convertita in centro wellness di 1.000 mq con piscina a sfioro. Lo spa menu è degno del Grand Tour: si spazia da trattament­i orientali nell’hammam di marmo dalle linee futuribili ai vigorosi massaggi svedesi per sciogliere le tensioni, fino al Lake Como Relaxing Ritual di 110 minuti che prevede un’esfoliazio­ne rivitalizz­ante dal cuoio capelluto alla punta dei piedi e un massaggio con sacchetti di tessuto caldi alle erbe della zona, timo e lavanda. Per sentirsi come la Divina.

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