Vanity Fair (Italy)

Dove nessuno è diverso

- di STEFANIA SALTALAMAC­CHIA

Gianna Nannini, 61 anni, la scelta di unirsi civilmente (con Carla) l’ha portata avanti a Londra. Per tutelare, come ha raccontato sulla sua ultima cover di Vanity Fair, la figlia Penelope, 7 anni. Lontano da qualsiasi definizion­e univoca («né etero, né omosessual­e, né bisex: io sono pansessual­e») e ben prima che le unioni civili fossero legalizzat­e in Italia. Questo è avvenuto poi l’11 maggio 2016, da allora sono trascorsi (quasi) due anni. E se quella primavera ha portato alla ribalta i temi Lgbt, dal 2017 in poi le cose sono cambiate. «L’attenzione della politica su inclusione e diritti è crollata, oggi le fonti ufficiali ne parlano molto meno, lasciando intendere così che non siano tra le priorità del Paese», spiega Monia Azzalini, responsabi­le del settore Media e Gender dell’Osservator­io di Pavia, che ha curato il Diversity Media Report 2018, che fa il punto sul modo in cui vengono rappresent­ate persone e tematiche Lgbt nei media italiani. I dati – alla base dei Diversity Media Awards, i premi ai media e ai personaggi che raccontano con parole giuste tali temi (la consegna il prossimo 23 maggio al Teatro Vetra di Milano) – parlano chiaro: la politica è passata dal picco del 48,7% nell’anno della Cirinnà al 14,1% del 2017. Ma attenzione, nessun passo indietro: adesso è la società civile che continua a fare in modo che se ne parli (dal 6,6% delle notizie del 2016 all’11,7% del 2017). E si discute di più di ciò che manca: il vuoto normativo lasciato dalla legge per quel che riguarda la tutela per i figli delle coppie omosessual­i. Bene fa il caso di Torino dove, per la prima volta nella storia, Niccolò Pietro, nato in Italia il 13 aprile 2018, è stato registrato all’anagrafe come figlio di due mamme. «È la strada giusta nonostante l’ufficializ­zazione di un diritto sia avvenuta in via straordina­ria, e un diritto dovrebbe essere sempre ordinario». E il lessico? Cedere alle discrimina­zioni è (purtroppo) ancora troppo facile: «Quando lesbiche e gay che siano organizzan­o una festa, è sempre un festino».

—La mia unione civile? Scelta pratica, pensata per il futuro di Penelope. Che sta crescendo bene

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