Vanity Fair (Italy)

TRA COSMETICA E MEDITAZION­E Marisa BERENSON

- di VALENTINA DEBERNARDI

M entre parlava di quand’era ragazza, dell’India e dell’ashram di Maharishi Mahesh Yogi insieme ai Beatles, di Kubrik, Guadagnino, Visconti e Andy Warhol, mi teneva la mano. Nonostante le paillettes, gli anelli con cristalli d’ametista e i bracciali tintinnant­i, erano i suoi grandi occhi a catturare l’attenzione: Marisa Berenson, 71 anni, continua ad avere un magnetismo speciale. È un’icona degli anni ’70, top model, attrice e da 10 anni, a grande richiesta di amiche e di tutto il jet set che frequenta, anche creatrice di cosmetici naturali, nati con la consulenza di un guru naturopata francese, Christian Duraffourd, mancato da poco: «Una sera, a Parigi, stavo male. L’ho chiamato, è venuto nella notte. Sapeva tutto, era geniale, mi ha curato corpo, spirito e pelle. Faceva per me “ricette” cosmetiche che poi venivano prodotte in farmacia o da suo fratello biologo. Ho iniziato così, da un olio, l’Huile Fabuleuse, a base di fico d’India. È un elisir di salute, giovinezza, rigenerazi­one. Ho scoperto che anche mia nonna lo usava quando andava nella casa di Hammamet, in Tunisia, ma in una versione rudimental­e e antica». La sua ricetta per stare bene è semplice: «Avere disciplina iniziando a curarsi presto, da giovani, per prevenire, come fa la medicina cinese». Marisa poi non mangia carne perché «penso non sia sano. Preferisco molta frutta, nocciole e legumi, per avere le proteine giuste e mantenere un equilibrio». Per esempio, la mattina prepara «un frullato con quello che trovo: crema di nocciole, mandorle, bacche di goji, cocco, latte, avocado, banana. Faccio un giorno frutta, e l’altro pane senza glutine fatto in casa, con farina pura». E poi tanto yoga e «la meditazion­e della luce. L’ho imparata dal maestro bulgaro Omraam Mikhaël Aïvanhov: andavo con lui in ritiro, ci alzavamo alle 5 del mattino, e sulla cima di una montagna meditavamo aspettando l’alba. Ora, immagino lo stesso quel sole che si accende in me, che mi protegge, entra nelle mie cellule e mi dà pace, mi sento in equilibrio», dice. Anni fa era un’esistenzia­lista e si chiedeva spesso “cosa ci faccio qui”. Ora? «Non ho trovato risposta, ma ho scoperto che siamo dei canali che trasmetton­o qualcosa agli altri. Quello che faccio nella vita, che sia il cinema, una crema, è sempre un’energia che passa. È questa la ragione di essere: amare e dare qualcosa agli altri».

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