il capital umano
Le cellule staminali sono il futuro della medicina, anche estetica. In ognuno di noi c’è una «riserva» di giovinezza che solo in Svizzera si può conservare fino a 30 anni. E usare nel tempo per rimpolpare i tessuti e auto-rigenerarsi
La clinica è 800 metri oltre il confine fra Svizzera e Italia, a Chiasso. Solo pochi passi, ma bastano per fare ciò che da noi non è ancora possibile: l’isolamento e la conservazione di cellule staminali prelevate dai propri tessuti adiposi. Prima di spiegare perché siamo venuti all’Academia Day Clinic di Chiasso, struttura specializzata in medicina estetica e rigenerativa fondata e diretta dal dottor Eugenio Gandolfi, Past President dell’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe), va detto che l’uso delle cellule staminali in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica è ammesso in Italia. Quello che da noi non si può fare, però, è conservarle. Partiamo dall’inizio, e cioè dalle peculiarità di queste cellule, dette multipotenti, che aumentano la capacità fisiologica del tessuto di ringiovanire e di cui il nostro adipe è ricco. Super staminali «Le potenzialità terapeutiche delle cellule staminali hanno trovato autorevoli conferme scientifiche, tanto che tecniche di medicina rigenerativa sono già in uso per la cura di cicatrici, smagliature, calvizie, per migliorare i volumi di viso e corpo, riparare i tessuti danneggiati, ringiovanire la pelle, contrastare l’invecchiamento. Grazie alla collaborazione con il laboratorio di ricerca Stem Cell del Cardiocentro di Lugano, diretto dal professor Angelo Vescovi, oggi abbiamo la possibilità di conservare queste cellule per molti anni nella Cell Factory, il primo laboratorio autorizzato in Svizzera dal 2008 a produrre farmaci per terapie avanzate come quelle cellulari e l’ingegneria tessutale», dice Gandolfi. «Attraverso una liposuzione eseguita con una siringa molto piccola, e in camera sterile, si prelevano pochi grammi di grasso in anestesia locale che subito dopo sono trasportati, seguendo un protocollo rigorosissimo, alla Cell Factory Lugano dove viene isolata la frazione vascolo-stromale, SVF, cioè la nicchia con il maggior numero di cellule staminali e fattori di crescita. Si ottiene così una soluzione arricchita fino a tre volte di staminali, che possono essere reinfuse presso l’Accademia nel giro di poche ore, oppure essere crioconservate in vapori di azoto liquido fino a 30 anni presso il Cardiocentro», continua Gandolfi. Sebbene si possano usare per tutto il corpo, a parte il seno, attualmente i protocolli sono legati solo al volto e ai tessuti danneggiati. «I trattamenti sono tre: il siero, che consiste in iniezioni di cellule staminali per rallentare
l’invecchiamento cutaneo e la perdita di elasticità in soggetti giovani; il filler, con cellule staminali, tessuto adiposo ad alto e medio volume e PRP, ovvero il plasma arricchito, per ripristinare i volumi persi con l’invecchiamento; e l’ultimo chiamato Regenerative, ovvero la somma di cellule staminali, tessuto adiposo a mini e nano volume e PRP, per rigenerare i tessuti di cicatrici, alopecie, smagliature, rughe e macchie». La giovinezza in banca Poter conservare le proprie cellule staminali non è un’opportunità da poco. «La ricerca continua ad aprire possibilità sempre più nuove non solo nel campo della medicina estetico-rigenerativa, ma anche terapeutica. In secondo luogo, più le staminali sono giovani, migliore è la loro efficacia. Lo stoccaggio dà la possibilità di costruire la propria riserva di giovinezza, o di cura, per gli anni a venire. Per riuscirci è fondamentale che sia il processo di separazione sia la crioconservazione siano eseguiti in assoluta qualità e sicurezza, pratiche che in Svizzera sono imposte da protocolli certificati, controllate da Swissmedic e regolamentate dalla legge sui trapianti», conclude Gandolfi. E qui arriva la differenza con le norme della Comunità Europea, quindi anche con l’Italia, dove il reinserimento di colonie di staminali progenitrici adipose unite a fattori rigenerativi sul donatore può essere effettuata solo in tempi brevissimi e nel corso della stessa seduta operatoria. «In realtà l’Unione Europea non proibisce la conservazione, ma poiché considera la dissezione delle cellule staminali una manipolazione, la equipara a un farmaco e quindi vi impone le stesse procedure e verifiche applicate ai medicinali. Per ora è una terapia di ricerca, e servirà tempo prima che si completino gli studi, ma prima o poi ci si arriverà», spiega il professor Guy Magalon, chirurgo plastico e ricostruttivo di Marsiglia nonché ricercatore sulle cellule staminali nella cura della sclerodermia. Infine, qualche cifra: i costi presso l’Academia Day Clinic partono dai 4.750 franchi, l’equivalente di 4.132 euro, e comprendono prelievo, purificazione cellulare in laboratorio e preparazione dei campioni personali da utilizzare. A parte sono le spese per i trattamenti medico estetici scelti e la conservazione fino a 30 anni. In attesa di un’evoluzione normativa, si può mettere da parte il proprio scrigno di bellezza.