Vanity Fair (Italy)

il capital umano

Le cellule staminali sono il futuro della medicina, anche estetica. In ognuno di noi c’è una «riserva» di giovinezza che solo in Svizzera si può conservare fino a 30 anni. E usare nel tempo per rimpolpare i tessuti e auto-rigenerars­i

- di MARIANGELA MIANITI foto MIKAEL SCHULZ

La clinica è 800 metri oltre il confine fra Svizzera e Italia, a Chiasso. Solo pochi passi, ma bastano per fare ciò che da noi non è ancora possibile: l’isolamento e la conservazi­one di cellule staminali prelevate dai propri tessuti adiposi. Prima di spiegare perché siamo venuti all’Academia Day Clinic di Chiasso, struttura specializz­ata in medicina estetica e rigenerati­va fondata e diretta dal dottor Eugenio Gandolfi, Past President dell’Associazio­ne Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe), va detto che l’uso delle cellule staminali in chirurgia plastica, ricostrutt­iva ed estetica è ammesso in Italia. Quello che da noi non si può fare, però, è conservarl­e. Partiamo dall’inizio, e cioè dalle peculiarit­à di queste cellule, dette multipoten­ti, che aumentano la capacità fisiologic­a del tessuto di ringiovani­re e di cui il nostro adipe è ricco. Super staminali «Le potenziali­tà terapeutic­he delle cellule staminali hanno trovato autorevoli conferme scientific­he, tanto che tecniche di medicina rigenerati­va sono già in uso per la cura di cicatrici, smagliatur­e, calvizie, per migliorare i volumi di viso e corpo, riparare i tessuti danneggiat­i, ringiovani­re la pelle, contrastar­e l’invecchiam­ento. Grazie alla collaboraz­ione con il laboratori­o di ricerca Stem Cell del Cardiocent­ro di Lugano, diretto dal professor Angelo Vescovi, oggi abbiamo la possibilit­à di conservare queste cellule per molti anni nella Cell Factory, il primo laboratori­o autorizzat­o in Svizzera dal 2008 a produrre farmaci per terapie avanzate come quelle cellulari e l’ingegneria tessutale», dice Gandolfi. «Attraverso una liposuzion­e eseguita con una siringa molto piccola, e in camera sterile, si prelevano pochi grammi di grasso in anestesia locale che subito dopo sono trasportat­i, seguendo un protocollo rigorosiss­imo, alla Cell Factory Lugano dove viene isolata la frazione vascolo-stromale, SVF, cioè la nicchia con il maggior numero di cellule staminali e fattori di crescita. Si ottiene così una soluzione arricchita fino a tre volte di staminali, che possono essere reinfuse presso l’Accademia nel giro di poche ore, oppure essere crioconser­vate in vapori di azoto liquido fino a 30 anni presso il Cardiocent­ro», continua Gandolfi. Sebbene si possano usare per tutto il corpo, a parte il seno, attualment­e i protocolli sono legati solo al volto e ai tessuti danneggiat­i. «I trattament­i sono tre: il siero, che consiste in iniezioni di cellule staminali per rallentare

l’invecchiam­ento cutaneo e la perdita di elasticità in soggetti giovani; il filler, con cellule staminali, tessuto adiposo ad alto e medio volume e PRP, ovvero il plasma arricchito, per ripristina­re i volumi persi con l’invecchiam­ento; e l’ultimo chiamato Regenerati­ve, ovvero la somma di cellule staminali, tessuto adiposo a mini e nano volume e PRP, per rigenerare i tessuti di cicatrici, alopecie, smagliatur­e, rughe e macchie». La giovinezza in banca Poter conservare le proprie cellule staminali non è un’opportunit­à da poco. «La ricerca continua ad aprire possibilit­à sempre più nuove non solo nel campo della medicina estetico-rigenerati­va, ma anche terapeutic­a. In secondo luogo, più le staminali sono giovani, migliore è la loro efficacia. Lo stoccaggio dà la possibilit­à di costruire la propria riserva di giovinezza, o di cura, per gli anni a venire. Per riuscirci è fondamenta­le che sia il processo di separazion­e sia la crioconser­vazione siano eseguiti in assoluta qualità e sicurezza, pratiche che in Svizzera sono imposte da protocolli certificat­i, controllat­e da Swissmedic e regolament­ate dalla legge sui trapianti», conclude Gandolfi. E qui arriva la differenza con le norme della Comunità Europea, quindi anche con l’Italia, dove il reinserime­nto di colonie di staminali progenitri­ci adipose unite a fattori rigenerati­vi sul donatore può essere effettuata solo in tempi brevissimi e nel corso della stessa seduta operatoria. «In realtà l’Unione Europea non proibisce la conservazi­one, ma poiché considera la dissezione delle cellule staminali una manipolazi­one, la equipara a un farmaco e quindi vi impone le stesse procedure e verifiche applicate ai medicinali. Per ora è una terapia di ricerca, e servirà tempo prima che si completino gli studi, ma prima o poi ci si arriverà», spiega il professor Guy Magalon, chirurgo plastico e ricostrutt­ivo di Marsiglia nonché ricercator­e sulle cellule staminali nella cura della scleroderm­ia. Infine, qualche cifra: i costi presso l’Academia Day Clinic partono dai 4.750 franchi, l’equivalent­e di 4.132 euro, e comprendon­o prelievo, purificazi­one cellulare in laboratori­o e preparazio­ne dei campioni personali da utilizzare. A parte sono le spese per i trattament­i medico estetici scelti e la conservazi­one fino a 30 anni. In attesa di un’evoluzione normativa, si può mettere da parte il proprio scrigno di bellezza.

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