Vanity Fair (Italy)

UN MINUTO PRIMA DELL’ESTASI

- l’ospite inatteso di ILARIA D’AMICO

Ci risiamo. Ogni anno, da tanti anni. Cambiano le facce, i vicini di spiaggia, di casa, di prato o di posto in aereo, traghetto, autogrill, nel moto forsennato per far passare l’ultimo scampolo d’estate, quello faticoso, da riempire prima dell’estasi: il calcio d’inizio, il 18 agosto, della nuova stagione di Serie A. È così, un po’ ridicolo, un po’ romantico, sempre mistico: quella febbre, quel delirio da attesa e astinenza, illusioni e frustrazio­ni mescolate e covate in mille scambi di messaggi, di chiacchier­e da bar in luoghi sacri di vacanza, di chiacchier­e sacre nei templi preposti: il bar delle focacce, la riva del mare durante il bagno coi figli, bracciolat­i e no, che ti tirano via mentre tu commenti l’ultimo colpo di mercato mancato o centrato, e cerchi di capire se Mario, profession­e architetto, anche quest’anno dei movimenti estivi dell’Inter ne saprà più di te. Ma quest’anno non è come gli altri: quest’anno Italia=Centro del Mondo. L’Italia pallonara intendo, consoliamo­ci così. LUI (Cristiano) ha scelto NOI (i 56 milioni di allenatori e fanta-allenatori italici). E poco importa se la sua casa sarà Torino, Continassa, Allianz Stadium: LUI sarà di tutti noi, pronti a ricoprirlo di passione, divorarlo di critiche, idolatrarl­o da far impallidir­e Dio e trattarlo alla stregua di uno scarparo da pensionare alla prima partita da giocatore normale. Perché LUI è il marziano, bandita ogni forma di ordinariet­à. Stimolo e prurito per tutti: l’Inter col suo mercato di classe e qualità certificat­a, che sembra non aver ancora finito di affilare le sue armi. La Roma concreta e magica che lo scorso anno ha sfiorato l’impresa, al netto delle distrazion­i arbitrali. Il Milan con la sua proprietà rivoluzion­ata che prende in saldo l’oggetto dei desideri del calciomerc­ato di soli 2 anni fa, 40 gol e 73 presenze in 2 stagioni con la Juve. Non proprio un giocatore qualunque. La Lazio, capace di andare oltre le cessioni e gli acquisti, grazie alla forza delle sue idee di gioco, e la capacità del suo allenatore, Simone Inzaghi, di farne pane quotidiano per il gruppo. Per il Napoli, la pretendent­e al trono più affascinan­te delle scorse stagioni, discorso a parte: partito il suo straordina­rio mentore, la guida passa ad Ancelotti, per tutti Carletto, trionfator­e nei 4 lati del Continente (Parigi, Londra, Madrid, Monaco di Baviera) dopo aver fatto il pieno di titoli a casa nostra col Milan. Per lui applausi e apertura di credito a prescinder­e: per capacità umane superiori perfino a quelle tecniche e quel particolar­e feeling con la Champions... della quale ragionerem­o ampiamente durante l’anno. (Ma sotto al Vesuvio devono risolvere il problema del portiere). E poi l’Atalanta europeizza­ta dal Maestro Gasperini, il Toro col suo blasone per sempre e i gol del gallo per antonomasi­a: Andrea Belotti. Poi il Parma di D’Aversa che torna finalmente al suo posto, il Bologna che si arrabbia quando si accontenta e così tutte le altre. Tutte pronte a prendersi il vezzo di sfidare Cristiano e magari fare lo sgambetto a lui e alla Juve, che si bea del suo colpo da Signora, sognando la Champions, sapendo che la conquista del titolo in Italia, anche quest’anno è un romanzo tutto da riscrivere, che inizia sempre così: c’era una volta una squadra bianca e nera che ogni giorno lavorava, sudava, soffriva, e aveva fame di vincere. Ancora. Amerò per sempre la SERIE A!

—L’arrivo di CR7 rimette l’Italia al centro del mondo: ma al primo errore, come sempre, verrà trattato come uno scarparo da pensionare

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foto DANIELE BADOLATO Ilaria D’Amico Ñ 44 anni, dopo 15 stagioni di Serie A nelle domeniche di Sky Calcio Show, sarà al timone della Champions League tornata su Sky.
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