SARDEGNA, VIAGGIO NEL TEMPO
La Sardegna è “quasi un continente”, scriveva Marcello Serra, dove lingue, storie e paesaggi cambiano spesso. Succede anche viaggiando nel breve tratto da Sassari alla Gallura. Lungo il litorale di spiagge, piccole dune e macchia mediterranea, si raggiungono Platamona e Marina di Sorso, il cui territorio è famoso per l’olio, il vino e la singolare lingua che mescola logudorese, corso, toscano e genovese.
Poco oltre, in cima a un promontorio sul mare, appare Castelsardo che è uno dei borghi più belli d’Italia. Nel suo centro fortificato si visitano la Cattedrale con i dipinti del ‘400 e il Castello dei Doria con il museo dell’Intreccio mediterraneo, una tradizione ancora viva come il canto polifonico locale di voci maschili.
Verso l’interno, la Statale 134 porta alla “Roccia dell’Elefante”, un mammut di pietra in cui si nascondono due tombe neolitiche, e prosegue verso le colline dell’Anglona fra chiese romaniche e nuraghi. È un viaggio nel tempo con la sosta alla foresta pietrificata di Carucana, e al pozzo sacro di Pedrio Canopoli a Perfugas.
Il fiume Coghinas segna il confine con la Gallura. Il suo corso si risale dalla foce in barca per il birdwatching, e nelle sue acque calde si fanno bagni terapeutici. Il paesaggio cambia sempre: lunghe spiagge, poi aspri graniti rossi in cui sono scolpite baie solitarie, e oltre Costa Paradiso, oasi marine protette da pinete fino alle sculture ciclopiche di Capo Testa, capolavoro bizzarro di acqua, vento e roccia, simbolo della natura unica della Sardegna.