SCUSATE IL DISTURBO
Lo ritroviamo in tv nei panni di un giornalista che indaga. Un mestiere che l’attore romano non avrebbe mai potuto fare, perché non ama ficcare il naso nelle vite altrui. In compenso a fare il suo, di lavoro, ancora si diverte molto. Ma «non è tempo di co
Ariascoltarlo, con quella voce inconfondibile, lo senti ridere, e ridere ancora. Che parli del mestiere o della famiglia, del suo passato come del suo presente, a 77 anni Gigi Proietti è indubbiamente felice di ciò che racconta. Oggi è reduce dalla prova generale della Bisbetica domata, in scena fino al 16 settembre nel Teatro Globe da lui voluto a Roma a Villa Borghese (aperto solo quattro mesi l’anno, fa decine di migliaia di spettatori), protagonista la figlia Carlotta. La «bisbetica» alla fine si assoggetta all’uomo, fa professione di obbedienza: se uno pensa a che cosa hanno significato i mesi passati per l’immagine femminile, fa effetto questo Shakespeare. «C’è stato anche un periodo in cui lo intitolavano Il domatore della bisbetica, ma non lo si può giudicare con il metro sociale di oggi. Poi, penso anche che le enfatizzazioni eccessive possono fare più danno che altro alla causa della donna. Se si sta dietro a tutto ciò che fa notizia, siamo rovinati... in effetti lo siamo, e non solo nel femminismo». Quanto a notizie: lei adesso in tv torna a interpretare il giornalista Bruno Palmieri, in Una pallottola nel cuore 3. Perché, come ha detto, non avrebbe saputo fare il giornalista? «Non credo che sarei stato bravo nella cronaca, in cui è specializzato Bruno. Non sono molto capace di indagare, mi sembra sempre di disturbare, di entrare nelle vite degli altri. Ma mi fa piacere che abbia