Destino Caterina
Dalla cameretta alla discografia: è la storia dei VIITO, scoperti da una talent scout «astrale»
Fino all’anno scorso i Viito erano due coinquilini fuorisede del quartiere San Lorenzo a Roma che facevano ascoltare le loro canzoni agli amici in salotto. Ora Giuseppe Zingaro e Vito Dell’Erba stanno assorbendo la fase dell’incredulità: in pochi mesi quella manciata di canzoni gli ha portato quattro milioni di ascolti su Spotify, l’album di debutto (Troppoforte) e un tour che parte l’8 novembre da Roma. Il passaggio dalla cameretta alla discografia lo ha permesso la Sugar di Caterina Caselli. «Prima del colloquio, abbiamo suonato sulle scale del Duomo», dice Giuseppe. Ma anche il destino ha detto la sua: «Mio nonno Vito», racconta Vito, «conobbe Caterina Caselli sul treno che lo portava a fare il militare. Suonava la fisarmonica, ma la sua era una famiglia contadina, la madre gli buttò la fisarmonica dal terrazzo e Vito smise di suonare. A Caterina Caselli piacque la sua storia, lo invitò a Milano, ma lui stava andando al militare e non la vide mai più». Le «congiunzioni astrali», come le chiama Vito il nipote, non finiscono qui. Con canzoni come Bella come Roma (con tanto di ritornello accattivante: «Sei bella come Roma, stronza come Milano») e Compro oro, i Viito sono entrati nelle playlist indie che includono Calcutta, Coez, TheGiornalisti e le loro radici sono nel pop italiano classico. «Io scrivevo canzoni intellettualoidi», confessa Giuseppe. «Ma sentivo Vito cantare sotto la doccia e ho scoperto che conosceva le canzoni di Umberto Tozzi a memoria. Mi ha trasmesso quel gusto». Il giorno che hanno firmato con la Sugar, Vito e Giuseppe hanno chiesto di suonare prima di ripartire. Li hanno portati a un pianoforte, al quale hanno composto Lisbona. «Solo dopo abbiamo scoperto che quel piano blu era stato usato da Tozzi per Gloria».