Storia della ballerina transgender
Lara è una ragazza. Di quello che c’era prima non sappiamo nulla, neanche il nome. Perché prima non c’era niente. Lei, 16 anni, è nata così, capelli biondi e il sogno di ballare. Girl, nelle sale dal 27 settembre, è il ritratto di una giovane transgender ma, soprattutto, il romanzo di formazione di una donna. La domanda è fatale: si deve sempre passare dal dolore per essere felici? Il percorso di Lara è, simbolicamente, doppio: il cambio di sesso e la disciplina della danza vanno insieme, piange il corpo e sanguinano le punte. Ma il tocco del belga Lukas Dhont, Caméra d’or per l’opera prima all’ultimo Festival di Cannes, sa essere lieve e fiducioso: attorno alla protagonista c’è una famiglia, e una società, che comprende. Il pregiudizio è di un altro luogo, di un altro tempo. E poi c’è Victor Polster, miglior attore della sezione Un certain regard, uno di quei miracoli che talvolta accadono, davanti alla macchina da presa. Un appello: dategli tutti i premi del mondo.