Quando gli hikikomori sono italiani
Lo conoscevamo come un fenomeno tipicamente giapponese: i ragazzi che vivono come unica possibilità di sopravvivenza quella di isolarsi dalla società e di sparire ritirandosi completamente nella propria stanza. Eppure il malessere giovanile dell’hikikomori è arrivato anche in Italia, «dove si contano circa 100 mila casi, senza contare il “sommerso”, ossia chi non chiede aiuto a uno specialista», spiega Karin Bagnato, ricercatrice di Pedagogia all’Università di Messina e ospite a Torino Spiritualità, dal 26 al 30 settembre 2018, il cui tema quest’anno è «Preferisco di No». Chi si «ritira» in Italia? «Soggetti molto brillanti, creativi e introversi, spesso maschi, intorno ai 18 anni. Da noi il record di isolamento è di circa 5 anni, contro i 15 giapponesi».