SENZA AMORE NÉ FAMIGLIA
Come ridere di una vicenda drammatica: l’attore (e autore) ha realizzato una commedia che prende spunto dalla sua vita e da una mancanza che lo accompagna da sempre
Ese – donna sulla cinquantina, senza figli, con una vita agiata, una bella casa, un guardaroba e oggetti di lusso – incontrassi al supermercato un giovane uomo che ti chiama «mamma»? Sai che non l’hai partorito, ma rimani ugualmente turbata. Poi scopri che è sordo e ha passato la vita in un orfanotrofio, finché ha individuato la tua villa come la casa dei genitori che l’hanno abbandonato. Potrebbe essere un truffatore, oppure il figlio illegittimo di tuo marito. Tu comunque perdi il sonno. E inizi ad affezionarti all’idea di quel ragazzone che ha una fidanzata incinta e che potrebbe darti dei nipotini. Si intitola Un figlio all’improvviso il film che racconta questa storia e che arriva in Italia il 20 settembre. Catherine Frot interpreta la presunta madre, Christian Clavier è il possibile padre. Nei panni del figlio recita invece Sébastien Thiéry, 48 anni, che è anche coregista (con Vincent Lobelle) e che aveva scritto questa pièce per il teatro, portandola in scena per due anni a Parigi, con grande successo. «Come tutte le storie in cui ci si può identificare, anche qui il riso e il pianto non sono mai troppo distanti», dice Thiéry, aggiungendo che la considera «in qualche modo autobiografica».
Anche lei, come il suo personaggio Patrick, è stato abbandonato? «No, sono cresciuto in famiglia. Però non ho mai risolto certi problemi con mia madre. E vengono fuori in tutto il mio lavoro, in teatro come al cinema. Perché puoi cercare l’affetto della mamma per tutta la vita, come fa Patrick, anche se non sei mai finito in un orfanotrofio: questo è il mio caso». Che cosa ha detto sua madre quando ha visto il film? «Niente di speciale, non dice mai niente quando le sbatto in faccia la verità sulla sua mancanza di istinto materno. Anzi, a volte si mette a ridere. Ma il film è autobiografico anche perché ho un fratello sordomuto, come il mio personaggio». Patrick mette incinta una ragazza cieca, incontrata su un sito porno. Lo vede così suo fratello? (Ride) «Ho esagerato perché la gente smetta di pensare che chi ha un handicap è costretto a vivere una vita da eremita, isolato dal mondo. Mio fratello si è molto divertito a vedere il film». La storia raccontata nel film è però esagerata. «Ho raccontato una vicenda totalmente irrealistica, che però affronta qualcosa di vero e profondo: il desiderio di maternità. Un istinto che può riemergere all’improvviso, anche dopo che si è deciso di metterci una pietra sopra. Si parla molto di fecondazione artificiale, ma mai di donne che hanno raggiunto un’età in cui non possono più avere figli, mentre gli uomini possono farli fino a 80 anni». Contrariamente alla moglie, il presunto padre invece odia Patrick. «Perché le disgrazie di un figlio non amato da sua madre sono sempre accompagnate dall’ostracismo o dall’indifferenza del padre». Come nel suo caso? «Più o meno, sì». Lei su Un figlio all’improvviso ha lavorato quattro anni: com’è cambiata la sua vita in questo tempo? «In questo periodo è cambiato tutto. Ho lasciato mia moglie, ho trovato un’altra compagna, Pascale Arbillot, che nel film è la mia fidanzata incinta». Adesso è pronto a raccontare nuove storie? «Non proprio: ho venduto la pièce teatrale a un grande teatro romano, che sta montando una produzione».
«QUESTO FILM È AUTOBIOGRAFICO ANCHE PERCHÉ MIO FRATELLO È SORDOMUTO»