Vanity Fair (Italy)

QUANDO IN AMORE SI PERDE IN DUE

- di MASSIMO GRAMELLINI

Caro Massimo,

Dopo 15 anni da un divorzio burrascoso (con due figli) mi sono rimessa in gioco: ho sposato un uomo che si diceva pazzo di me. All’inizio, constatato che non aveva ancora del tutto lasciato la sua compagna (una storia più di lavoro che d’amore con una coetanea), l’ho lasciato io. Non volevo essere il terzo incomodo. Da quel momento si è scatenato il putiferio: per avermi, ha mosso tutte le pedine in suo possesso. Io nel frattempo avevo conosciuto una persona interessan­te, ma non ne ero del tutto convinta, per cui dopo sei mesi di corteggiam­ento senza respiro, ho ceduto e sono ritornata con lui. Ed eccoci al problema. Dopo altri sei mesi già faceva il cascamorto con una donna, una che conosco anch’io. E dopo due anni ho trovato i preservati­vi in un cassetto del suo ufficio... Ma l’ultima prodezza è stata la storia con una donna di 34 anni, molto ignorante, con la quale puntualmen­te si appartava in un romantico alberghett­o. Come l’ho scoperto? Una sera è arrivato un messaggio d’amore sul suo telefonino: lei lo tranquilli­zzava della sua «défaillanc­e» scrivendo «a tutti può succedere». (Lui ha 57 anni e io so che ha problemi di erezione, non abbiamo più rapporti da due anni). Lui mi ha confessato il tradimento e ha promesso di non vederla più; io ho pensato di andare via, ma non ho una casa dove vivere, nella mia c’è mio figlio che finalmente ha acquisito un po’ di indipenden­za. Così ho desistito... ma poi ho ritrovato nel portatile di casa la sua messaggist­ica aperta con la richiesta di una camera, perché aveva ricomincia­to a vedere l’altra. Mi sento una pappamolle ed è chiaro che non avrà più rispetto di me, se non faccio almeno il gesto di andare via. — S.

Scusami S, ma di che cosa stiamo parlando? Non fate l’amore da due anni, lui ti cornifica a raffica (anche se tieni a farci sapere che non ha la strumentaz­ione di bordo funzionant­e) e tra di voi sembra mancare persino un minimo di complicità. Non viene tanto da chiedersi perché tu non lo lasci, ma perché ci sei tornata insieme, dopo avere preso a suo tempo la saggia decisione di seminarlo. All’epoca era diverso, dirai: mi faceva sentire la donna più desiderabi­le del mondo. Ci credo, doveva riconquist­arti. Ripristina­to il possesso, passata la voglia. E ricomincia­te le corna. Tutto mi puoi dire, ma non che la psicologia di quest’uomo sia complicata. Il classico maschio a interrutto­re ON/OFF. E con te è OFF da quando hai smesso di rappresent­are un obiettivo da raggiunger­e. Ti ha lasciato al buio e tu non riesci più a trovare la porta di uscita. Dici che non sai dove andare. Ottima scusa, parzialmen­te vera, come tutte le scuse. Ma una soluzione si trova sempre, quando si vuole cambiare davvero. Puoi chiedere ospitalità a tuo figlio per qualche mese e intanto riassestar­ti la vita. A meno che la tua intenzione di piantarlo sia vera soltanto in parte. L’ultima frase della lettera mi ha lasciato perplesso, là dove scrivi che, per non sembrare una pappamolle, dovresti fare «almeno il gesto» di andartene. È quell’«almeno» a preoccupar­e. Come se per te tutto si riducesse a una reazione di orgoglio. Lui ti ha umiliato e tu non puoi fare finta di niente. Ti serve il Gran Gesto per medicare l’ego ferito. E, sotto sotto, per sperare che si ricreino i meccanismi dell’altra volta. Quando lui, vistosi mollato, ti ha rimesso per un po’ al centro delle sue attenzioni. Ho la sensazione che tu non lo ami più (e come darti torto?), ma che vorresti uscire da una storia sbagliata indossando i panni della vincitrice. «Se me ne vado veramente, sarà stato lui a ferirmi. Ma se me ne vado per finta, facendo “almeno” il gesto, il cerino della crisi passerà nelle sue mani e sarà lui a scottarsi». Sono elucubrazi­oni che si fanno spesso in amore, ma che nulla hanno a che fare con l’amore. Nevrosi che appagano la mente offesa, ma confondono ancora di più il cuore. Tu adesso hai bisogno di pace per ricostruir­ti una personalit­à, e poi, soltanto poi, una vita. Che cosa pensi che possa ancora darti un uomo che non ti ispira più alcuna fiducia e per il quale hai smesso di provare stima, al punto da venire a raccontarc­i in pubblico i suoi segreti più intimi? Se pensi di riconquist­arlo, sei un’illusa. Se invece è solo una questione di tigna, infischiat­ene del tuo amor proprio e lascialo. Non ha vinto lui. Avete perso tutti e due.

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