Vanity Fair (Italy)

FACCIAMO LA COSA GIUSTA

- di FRANCESCA SCORCUCCHI foto MIKE RUIZ

Vent’anni dopo il debutto, arriverà in tv il nuovo Will & Grace. E torna Debra Messing, pronta ad affrontare temi cruciali e a «spostare nuovi confini». Come fa nella vita, con il suo Roman

Ora che ci sono arrivata ne sono proprio convinta: i 50 sono i nuovi 30». Debra Messing ha festeggiat­o il compleanno il 15 agosto, sul set di Will & Grace. «Un paio di mesi fa vedevo questa spada di Damocle sulla mia testa e mi chiedevo come fosse possibile avere già 50 anni. Eppure non sono mai stata meglio e sono davvero grata per la vita che ho adesso». I capelli rossi, sciolti, incornicia­no un viso ancora fresco e mettono in risalto i suoi occhi verdi sempre sorridenti, il tono di voce è alto e argentino, da donna entusiasta della vita: Debra è in ottima forma, dopo il periodo difficile che ha seguito il divorzio dal marito Daniel Zelman, due anni fa. Da Los Angeles è tornata «a casa» a New York, sua città natale, con il figlio. Anche la carriera procede molto bene: dopo undici anni, Will & Grace torna in tv (da ottobre in Italia su Joi), mentre dal 18 ottobre Messing sarà al cinema con Searching. Il film, premiato al Sundance, racconta una delle angosce più grandi di questo tempo: l’ansia per i nostri figli, alle prese con i pericoli dei loro computer e telefonini. Su queste fa leva il thriller, dove l’attrice è una detective che investiga sulla sparizione di una sedicenne. Del cast fa parte

«A LOS ANGELES L’IMPORTANTE È ISOLARTI, A NEW YORK ESCI E SBATTI NELLE PERSONE. È PIÙ DIFFICILE ANNOIARSI E RIFUGIARSI DAVANTI A UN COMPUTER»

anche John Cho, che interpreta il padre della ragazzina scomparsa, e che forzerà le password della figlia per cercare di scoprire qualche dettaglio in grado di farla ritrovare.

Mamma single di un adolescent­e, Debra è molto sensibile sull’argomento: «Le paure di quel padre sono le mie paure quotidiane, le ansie di ogni genitore oggi. Aneesh (Chaganty, il regista, 27 anni, ndr) è stato bravissimo a trasformar­e in linguaggio cinematogr­afico i mezzi di comunicazi­one che usiamo tutti i giorni e che ormai fanno parte della nostra vita. Per raccontare un classico (quante volte si è vista al cinema la storia di un ragazzino scomparso?) ha usato un linguaggio nuovo, particolar­mente adatto a questa vicenda». Il film infatti è tutto un susseguirs­i di immagini di videotelef­onate, sms, ricerche al computer e video di telecamere di sorveglian­za. «Sebbene sia difficile recitare così, senza interazion­e con i colleghi, è stato bello raccoglier­e la sfida, fare qualcosa di nuovo e nel contempo raccontare una storia con cui posso facilmente relazionar­mi», dice l’attrice. Suo figlio Roman ha 14 anni e «credo che per il momento non corra pericoli, sta entrando molto lentamente nel mondo dei social. Non è su Snapchat, Twitter o Facebook, ha solo un account Instagram». Anche il trasloco da Los Angeles a New York ha avuto, secondo lei, un impatto positivo sulla crescita del ragazzo: «È una città diversa dalle altre, densa di esseri umani. Nessuno è speciale a New York. A Los Angeles è l’opposto: là la cosa importante è essere speciali e isolarti nella tua piccola comunità di gente speciale vivendo in una villa protetta da cancelli. A New York esci di casa e sbatti nelle persone, qui la necessità di una comunicazi­one virtuale fra giovani sembra sia meno importante, ci sono meno tentazioni. Essendoci più stimoli reali, è più difficile annoiarsi e rifugiarsi davanti a un computer e a Internet». L’importante, continua, è parlare con i ragazzi: «Spesso noi adulti siamo presi dalla vita di tutti i giorni, dal lavoro, dalle bollette, e non poniamo abbastanza attenzione alle domande dei figli. Io per fortuna con Roman ho un rapporto profondo, parliamo davvero di tutto. È bello veder crescere questo giovane uomo, vedere formarsi la sua sensibilit­à e la consapevol­ezza verso i privilegi che ha rispetto a tanti suoi coetanei. Ha opinioni su tutto. Non sempre giuste magari, ma vedere la sua mente crescere è un processo stupefacen­te per me». E lei crede che saranno i millennial a salvare il mondo? «Vedo cambiament­i dappertutt­o e non solo fra i giovanissi­mi. Penso per esempio ai movimenti #MeToo e Time’sUp.I cambiament­i sono arrivati. Ora finalmente tutti, anche i potenti, sono responsabi­li delle proprie azioni. Adesso le donne sentono di poter parlare, di poter far sentire la loro voce quando si sentono a disagio». Ci sono momenti e situazioni nella storia di Hollywood che spostano confini, fanno andare avanti. Lo scandalo Weinstein è stato uno di questi, ma spesso i cambiament­i sono più sottotracc­ia, come quando in tv arrivò una serie che parlava di una ragazza e del suo coinquilin­o gay. «Con Will & Grace abbiamo davvero spinto avanti il limite di ciò di cui era lecito parlare in tv e lo abbiamo fatto nel modo giusto, con grazia e senza forzare troppo la mano. Ricordo le lettere che ci arrivavano da ragazzi gay, che finalmente erano riusciti a parlare in famiglia, o da genitori che si erano riavvicina­ti ai figli. Quella serie ebbe un impatto sociale importante, ci rese tutti più politicame­nte consapevol­i, più attivi e più aperti ai temi della giustizia sociale e dell’uguaglianz­a». E ora Will e Grace sono tornati: «La sensazione è che di nuovo sia la cosa giusta al momento giusto, che ci siano altri confini da spostare. Poi quello show mi fa ridere, abbiamo tutti bisogno di una buona risata ogni tanto, no?».

 ??  ??
 ??  ?? DETECTIVE AL CINEMA Messing con Megan Mullally, 59 anni, in Will & Grace. La prima puntata della sitcom andò in onda il 21 settembre 1998. Sotto, una scena di Searching con Debra e (al centro) John Cho, 46.
DETECTIVE AL CINEMA Messing con Megan Mullally, 59 anni, in Will & Grace. La prima puntata della sitcom andò in onda il 21 settembre 1998. Sotto, una scena di Searching con Debra e (al centro) John Cho, 46.
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy