L’euro che verrà
Ricordate il 2011? Lo spread alle stelle, le dimissioni di Berlusconi, l’arrivo del «governo tecnico». E di Mario Draghi alla Bce. Tra un anno finirà il suo mandato: ecco che cosa aspettarsi quando il «guardiano» lascerà la poltrona
Mario Draghi ha già salvato l’Europa una volta, nel 2012, quando per porre un freno alla crisi pronunciò a Londra una frase che è rimasta nella storia: «La Bce farà tutto ciò che serve per salvare l’euro. E, credetemi, sarà abbastanza». In carica dal 2011, il governatore della Banca centrale europea si prepara ad affrontare il suo ultimo anno all’Eurotower di Francoforte: il suo mandato scadrà il 31 ottobre del 2019. Questi ultimi dodici mesi, però, non saranno una passeggiata. Sei anni dopo l’inizio del cosiddetto «whatever it takes» di Draghi, l’Europa si ritrova al punto di partenza. Oggi la manovra finanziaria del governo legastellato, l’agitazione crescente dei mercati e l’avanzata dei movimenti anti-euro minacciano nuovamente il sistema. Chi teme un altro 2011, si chiede cosa è disposto a fare questa volta il governatore della Bce per mettere in sicurezza l’unità monetaria e dare una mano all’Italia, in evidente difficoltà. Anche i vicepremier Luigi Di Maio (che lo ha appena attaccato per aver criticato l’esecutivo pentaleghista a causa dello spread alle stelle) e Matteo Salvini (che lo ha difeso dagli attacchi del collega per rassicurare l’elettorato del Nord, già sufficientemente spaventato dall’attuale contesto economico) sperano che il banchiere lanci loro una ciambella di salvataggio, nel caso la situazione dovesse precipitare per colpa dei loro azzardi. Il «guardiano» dell’euro, però, li ha avvisati: a gennaio terminerà il programma straordinario di acquisti di titoli di Stato dei Paesi che aderiscono alla moneta unica denominato Quantitative Easing, meglio noto come il «bazooka» di Draghi, che ha permesso in questi anni all’economia dell’Eurozona di ripartire. Tradotto? A partire dal prossimo anno, l’Italia dovrà farcela con le sue forze. Accada quel che accada.