Lucia per sempre
Due anni fa, con la raccolta La donna che scriveva
racconti, il mondo letterario aveva accolto con emozione l’arrivo di una nuova-vecchia narratrice (è morta nel 2004, ma i suoi libri hanno avuto successo solo ora), Lucia Berlin (pronunciare Lùscia). La si era paragonata a Carver, a Cechov, a Munro. Ora esce Sera in Paradiso (Bollati Boringhieri, pagg. 280, ¤ 18; trad. M. Faimali), e come accadeva nel precedente volume, leggendo questi racconti, anche se i temi e gli ambienti cambiano – dall’Alaska, dove Lucia era nata, al Village, dal New Mexico di Albuquerque al Messico dei viaggiatori ricchi – il lettore ha la sensazione di un solo, lungo romanzo, dove ogni pagina arricchisce il racconto degli americani poveri e parallelamente degli expat, i cui capitoli compongono un grande ritratto e ogni pagina nutre la precedente e la successiva in un unico flusso narrativo. In particolare sono affascinanti le cronache dal set della Notte dell’iguana, il film che John Huston girò in Messico con Ava Gardner e Richard Burton. Anche i cinefili saranno contenti. irene bignardi