LICENZA DI TRADIRE
Caro Massimo,
Forse sono davvero ingenua, come dicono le mie amiche, ma è così sbagliato avere fiducia nell’uomo che si ama? L’ho conosciuto due anni fa: brillante, attraente e un po’ misterioso, lo ammetto. Weekend in grandi alberghi, visite a sorpresa per portarmi a cena in ristoranti stellati, improvvise «fughe» a Parigi o in Costa Azzurra, una vita bellissima e travolgente. Con qualche ombra, però. Spesso spariva senza dire niente, per poi tornare senza dare giustificazioni. Appena ho cominciato a pretendere qualche chiarimento è sparito per giorni. Quando ero convinta di averlo perso (maledicendomi per avere parlato) è riapparso, agitato e addolorato, per confidarmi il suo segreto: non era libero di condividere tutto con me perché aveva un ruolo delicato nella difesa del Paese: una sorta di agente segreto. E qui sono intervenute le mie amiche: hanno iniziato a insinuare che avesse una doppia vita. A mia insaputa, vedendomi stare male, hanno addirittura assunto un investigatore, il quale ha scoperto che il mio fidanzato avrebbe una moglie e due figli in un altro Stato. Non ti racconto la mia disperazione: appena gli ho detto che cosa avevo scoperto, lui si è arrabbiato moltissimo, spiegandomi che quello non era un vero matrimonio, ma una copertura per il suo lavoro e che, intromettendomi, rischiavo di metterlo in pericolo. Se n’è andato, urlandomi di dimenticarlo. Io ho odiato le mie amiche. Secondo me hanno agito per invidia o perché non avevo più tempo per loro, non so. Pochi giorni fa, lui mi ha chiesto di incontrarci di nuovo. Mi ha detto che, procedendo con molta cautela, potrebbe darmi un’altra chance. A condizione di non fargli mai più domande. Io vorrei credergli, ma l’idea che possa ingannarmi ormai si è insinuata nella mia mente. Secondo te, è possibile che sia sincero? — Z.
Tutto è possibile, cara Z., anche che io sia la reincarnazione del commissario Maigret. Con il tuo consenso, svolgerò alcune indagini sul conto dell’Agente Segreto (d’ora in poi A.S., per non dare nell’occhio). Ammettiamo – è una pura ipotesi di lavoro, sia chiaro – che non si tratti di un agente segreto, ma di un furbacchione palese. Tenere un piede in più scarpe non è facile per nessuno, figuriamoci per un millepiedi. Occorrono creatività, cinismo, faccia tosta, e A.S. sembra possedere le tre prerogative in dosi abbondanti. Egli sa quanto sia difficile giustificare agli occhi dell’amante la propria indisponibilità a rendere più assidua e stringente la relazione. Così la avvolge in una nuvola di mistero, inventandosi un’identità parallela. Il vantaggio, per lui, è molteplice. Risultare più affascinante ed evitarsi la scocciatura di spiegazioni continue. Gli va riconosciuta una certa genialità. Perché una cosa è dire all’amante: domani non posso vederti perché devo accompagnare mia moglie a fare la spesa. Un’altra è: domani non posso perché sono in missione per conto della Patria in pericolo. Mentre un uomo normalmente ammogliato deve inventarsi una bugia al giorno per tenere a bada l’amante, la modalità Agente Segreto gli consente di trincerarsi nel riserbo e di attribuire a oscure ragioni professionali la scoperta di matrimoni preesistenti (o di altre amanti coesistenti). Mi dirai: possibile che non abbia messo in conto che io mi insospettissi? A.S. è uomo di mondo. Sa che le persone finiscono per credere a qualsiasi bestialità, purché venga loro ripetuta ogni giorno in modo risoluto e assertivo. Siamo o non siamo nell’era delle bufale in Rete? Lui è una bufala vivente che ha saputo rendersi virale: a forza di ribadirti la sua versione, ha convinto te, e forse persino se stesso, che sia quella vera. Ma ogni piano perfetto ha un punto debole. A.S. ha scommesso sul fatto che tu non avresti mai trovato il coraggio di indagare la sua vita per non mettere alla prova le tue illusioni. Non immaginava però che il naso lo avrebbero ficcato le tue amiche. Ha sottovalutato quale molla irresistibile possa diventare la curiosità, quando ci si convince di esercitarla per nobili motivi. E così le tue amiche ti hanno messo una pulce, o forse un elefante, nell’orecchio. Lui si è difeso da par suo. L’unico modo per stanarlo è rendergli la pariglia. Digli che sei corteggiata da un agente bello e muscoloso del controspionaggio, il quale vorrebbe assoldarti tutti i weekend in Costa Azzurra per estorcerti informazioni sul suo conto. Facci sapere come reagisce.