Svolta da papˆ
Abbiamo incontrato Steve McCurry, il celebre fotografo della «ragazza afghana», che per la prima volta racconta le facce (buffe) di sua figlia. E che ora, se è in aeroporto, guarda in modo diverso anche i passeggini
A mericano, nato nel 1950, Steve McCurry ha più di trent’anni di incredibili scatti, storie e viaggi. In uno di questi ha incontrato Andie Belone, sua moglie, nativa americana della tribù Hopi. «Stavo facendo alcune foto in Arizona quando un amico comune ci ha presentati. Io mi ero messo in testa di arrivare al Grand Canyon, lei mi ha aiutato. Era il 2007». Oggi vivono tra New York e l’Arizona. Il fotografo vivente più famoso al mondo (suo è il celebre ritratto della ragazza afghana dagli occhi verdi) viaggia 10 mesi l’anno, e lei lo accompagna il più possibile. I loro posti del cuore? «Le Galapagos, il Myanmar, un inverno in Valle d’Aosta, con la neve fresca e profonda, in un bellissimo chalet tra le montagne», rivela il fotoreporter che dal 1969 ha un debole per l’Italia, dove espone spesso (ora alla mostra Una testa, un volto a Palazzo d’Accursio, Bologna, e al Mudec di Milano).
L’affinità di coppia si basa sul caffè: «Lo preferisco con latte e un pizzico di zucchero, come Andie». Se Steve sceglie bene le parole, le risposte di Andie nonostante sia alla prima intervista svelano di più. Alle loro colazioni insieme aggiunge un avocado, toast e tante risate: «Steve è davvero molto divertente, le nostre giornate iniziano ridendo». Dal dicembre 2016 almeno metà del merito va, però, a Lucia, loro primogenita. «Quando fa le facce buffe», continua il quattro volte vincitore del World Press Photo, «mi conquista. La sua prima parola è stata baba per dire bottle, bottiglia». Dopo aver raccontato per immagini conflitti, tradizioni millenarie e abitudini contemporanee, McCurry per la figlia sogna che trovi quel qualcosa che l’appassioni. «Io mi sono laureato in cinema, ma alla fine ho cambiato strada. Trovo che la fotografia sia molto più spontanea. La prima volta che ho scattato una foto a Lucia è stato un attimo dopo la sua nascita, l’ultima un’ora fa. La fotografo ogni giorno». Dal matrimonio ha imparato: «I compromessi sono essenziali e bisogna cercare sempre di pensare prima all’altra persona». Andie è d’accordo: «Ci prendiamo tempo l’uno per l’altra. Anche se adesso è Lucia a dettare l’agenda. Le racconto una cosa, è divertente: io e Steve abbiamo avuto l’enorme fortuna di viaggiare tanto da coppia. Eravamo una sorta di “snob degli aeroporti”: ci muovevamo leggeri, non avevamo problemi all’imbarco o allo sbarco, e guardavamo i genitori. Li osservavamo, tra il divertito e il perplesso, mentre si trascinavano dietro passeggini voluminosi, borse porta pannolini, animali di peluche e, ovviamente, i loro bambini. Scuotevamo la testa e ci dirigevamo verso una lounge. Adesso che siamo stati benedetti, diventando un trio di viaggiatori, siamo noi “quei genitori”. E sa che le dico? Ci piace da morire».