Un tempo per seminare
Meditare, curare l’orto, conoscere se stessi, parlare con gli amici, accorgersi degli altri: i LIBRI PIô BELLI del 2018 fanno riflettere su come saremo
1 L’ANNO DEI FUGGIASCHI di Sunjeev Sahota
(Chiarelettere, pagg. 508, ¤ 19; traduzione di Sara Reggiani) Se cercate un libro che vi inghiotta e vi risputi diversi, scegliete questo. È la storia di 4 ragazzi indo-pakistani che hanno lasciato il loro Paese per l’Inghilterra. Dicono che la schiavitù non esiste più: falso. I nuovi schiavi sono loro, muratori, manovali, pulitori di fogne, fantasmi fuori con qualcosa di inscalfibile dentro. Un capolavoro.
2 IL SILENZIO È COSA VIVA di Chandra Livia Candiani
(Einaudi, pagg. 136, ¤ 12) «La postura della meditazione è una postura fisica [...] ma soprattutto una postura del cuore: io sono qui, aperta a qualsiasi cosa sorga e mi visiti». Questo non è un libro «sulla» meditazione (tutto è meditazione, ovvero essere presenti, prestare attenzione), ma un invito a «fare orto» della propria vita.
3 CATTIVA di Rossella Milone
(Einaudi, pagg. 122, ¤ 16,50) Una mamma e sua figlia neonata passano un sacco di tempo insieme e certi pensieri sono feroci, implacabili. Poi c’è il matrimonio, per cui ci vuole equilibrio come per fare un «buon riso» e il racconto del parto. Un romanzo che si legge in apnea, e Milone è probabilmente la più brava scrittrice italiana.
4 SALVARE LE OSSA di Jesmyn Ward
(NN, pagg. 318, ¤ 19; traduzione di Monica Pareschi) I Batiste sono una delle famiglie povere della costa del Golfo travolta dall’uragano Katrina, e tra loro c’è anche Esch, 16 anni, incinta e innamorata folle di Manny. Questo romanzo archetipico (la ragazza, orfana di madre, evoca Antigone, Euridice, Medea) è il primo di una trilogia primordiale e poetica.
5 DALLE MACERIE di Alessandro Leogrande
(Feltrinelli, pagg. 318, ¤ 17) Leogrande, morto il 26 novembre 2017 a 40 anni, è stato un grande uomo e giornalista (iniziano già a dedicargli scuole, strade, corsi), sempre a raccontare frontiere. Queste sono le cronache dal «suo» Sud (Taranto, l’Ilva, il caporalato, le ingiustizie), ma leggetevi anche tutti gli altri suoi scritti, c’è da imparare. 6 BECOMING. LA MIA STORIA di Michelle Obama (Garzanti, pagg. 502, ¤ 25; trad. C. Galli) Come si diventa se stessi? La ex First Lady (e studentessa nera, e unica afroamericana nella stanza, e avvocato, e dirigente di ospedale, e neomamma stressata ecc.) racconta la sua, di strada, dal quartiere popolare South Shore di Chicago, fino alla Casa Bianca e ritorno. Di lei colpiscono tre cose: l’infaticabilità, la capacità di divertirsi e la saggezza. Al terzo capitolo la si vorrebbe come mentore. A libro finito, è diventata guru. Che fortuna, Barack. 7 ESSERE UNA MACCHINA di Mark O’Connell (Adelphi, pagg. 260, ¤ 19; traduzione di Gianni Pannofino) Un libro che piacerà ai fan di e che ci dà indicazioni Black Mirror su: dove sta andando la non fiction? Il tema è «i transumanisti», persone che, grazie a scienza e tecnologia, stanno provando a rimandare la morte. O’Connell è stato tra loro, metà antropologo e metà giornalista. Usa spesso il pronome «noi» e, a tratti, diverte: il futuro della non fiction è questa cosa qui.
8 PARLARNE TRA AMICI di Sally Rooney
(Einaudi, pagg. 298, ¤ 20; traduzione di Maurizia Balmelli) Due amiche, Frances e Bobbi, che si amano e si odiano (ma non è Elena Ferrante). Un singolare ménage
à quatre tra le due universitarie e una coppia sposata un po’ più anziana (ma non è Woody Allen). Un esordio che è stato un caso letterario e un ottimo esempio di quello che è la letteratura Millennial. Da leggere in attesa del secondo.
9 L’AMORE di Maurizio Maggiani
(Feltrinelli, pagg. 200, ¤ 16) Una vita può essere considerata, anche, un lungo «allenamento a dire ti amo ti amo ti amo». A ripercorrere la propria è «lo sposo» che un mattino, dopo che «la sposa» è andata a lavorare, rievoca gli amori passati, fino all’ultimo (quello buono, direbbe Gabriele Romagnoli). Maggiani scrive una storia semplice e, per questo, universale. Struggente.
10 UN MATRIMONIO AMERICANO di Tayari Jones
(Neri Pozza, pagg. 364, ¤ 18; traduzione di Ada Arduini) Il razzismo non è una cosa astratta, e in questo romanzo, in parte epistolare, sarà proprio un atto del genere a mettere a dura prova il matrimonio tra Celestial e Roy, due neri di Atlanta. L’autrice ha detto: «Ogni parola che scrivo è una lettera d’amore a Toni Morrison».