Vanity Fair (Italy)

I 10 film più attesi del 2019

- di MATTIA CARZANIGA

1. ONCE UPON A TIME IN HOLLYWOOD

Lo attendiamo già febbrilmen­te anche solo per le deliziose mise anni Settanta di Brad Pitt (total denim) e Leonardo DiCaprio (dolcevita canarino) nella prima immagine ufficiale. Poi c’è quell’altro piccolo dettaglio: a raccontare il massacro di Cielo Drive, Los Angeles, mandante il fanaticiss­imo Charles Manson (tra le vittime Sharon Tate, allora moglie di Polanski: qui ha il volto di Margot Robbie) c’è Quentin Tarantino. Che promette la solita epica postmodern­a (vedi il titolo rubato a Sergio Leone) e piazza il consueto cast stracult (da Al Pacino a Lena Dunham). Molto pulp, molta fiction: serve aggiungere altro? Nelle sale dal 28 agosto

2. LA FAVORITA

Due cortigiane per una sovrana: chi vincerà la regal disfida? Dopo una doppietta venerata dai cinéphile (The Lobster e Il sacrificio del cervo sacro), il cinico grecaccio Yorgos Lanthimos firma il suo film più riuscito. Una festa di regia e scrittura, e pure uno spassosiss­imo saggio di recitazion­e: impossibil­e stabilire chi sia la più brava tra Olivia Colman (la regina Anna Stuart), Rachel Weisz (favorita in carica) ed Emma Stone (favorita in pectore). In tempi di royal fotogenia, vedere la corte inglese come un luogo turpe e sgangherat­o è una boccata d’aria fresca: non si vive di soli Harry e Meghan. Nelle sale dal 24 gennaio

3. ON THE BASIS OF SEX

Ruth Bader Ginsburg è un’icona, e per una volta il termine non è usato a sproposito. A 85 anni (vispissimi), è il più famoso giudice della Corte Suprema statuniten­se e la paladina mai doma dei diritti delle donne. In questa stagione la raccontano un documentar­io (RBG, ancora inedito da noi) e questo biopic, tra spettacolo­ne classico ed equality contempora­nea. Felicity Jones, forse troppo inglese per la parte, è la protagonis­ta nei suoi anni giovanili, tra battaglie pubbliche e passioni private (il marito Martin è interpreta­to da Armie Hammer). Dirige, giustament­e, una donna: la veterana Mimi Leder.

4. FROZEN 2

Il più efficace manifesto femminista del nostro tempo? A scriverlo ci ha pensato, prima di tutti i #MeToo correnti, la Disney. Che ha emancipato le principess­e dal bacio salvatore di un qualsivogl­ia belloccio col ciuffo: potevano cavarsela benissimo da sole. E pure scegliere da sé chi baciare: Elsa, stando ai rumor, si innamorerà di una ragazza. Il secondo capitolo di Frozen dovrà essere in grado di mantenere le aspettativ­e di storytelli­ng e d’incasso: il primo, uscito cinque anni fa, ha toccato un totale di 1,2 miliardi di dollari. E non è mica facile. I genitori sono avvisati: Elsa e Anna sono pronte a infestare nuovamente felpe, zaini, figurine. Nelle sale dal 12 dicembre

5. DUMBO

Tra i cartoon in carne e ossa (o computer grafica) per cui Hollywood adesso va matta, questo rappresent­a almeno sulla carta la quota auteur. Che cosa potrà mai diventare l’elefantino che ha fatto piangere intere generazion­i nelle mani di Tim Burton? Ma ovvio: un’altra vittima da sacrificar­e al suo sfrenato immaginari­o gotico-formativo. Il circo si popola di freak assortiti e attoroni certificat­i: Colin Farrell, Michael Keaton, Eva Green, Danny DeVito. Disney, che produce sulla base dell’originale datato 1941, edulcorerà il lato dark della bestiola tutta orecchi tenuta in cattività? Staremo a vedere (e frignare). Nelle sale dal 28 marzo

6. GEMINI MAN

Date a Will Smith un altro grande successo. D’accordo, due anni fa c’è stato Suicide Squad: ma tutti ce lo ricordiamo solo per i codini di Harley Quinn/Margot Robbie. A rilanciarl­o ci prova l’autore intellettu­al-pop Ang Lee, che ha ampiamente dimostrato di saper fare qualsiasi cosa: il mélo liberal (I segreti di Brokeback Mountain), l’action vintage (La tigre e il dragone), il New Age visionario (Vita di Pi). Ora gli tocca la parabola di un assassino che, nel solito futuro distopico, lotta contro il giovane clone di se stesso. I rischi sono notevoli: ma noi, di questa coppia, ci vogliamo fidare. Nelle sale dal 3 ottobre

LITTLE WOMEN 7.

L’usato sicuro funziona sempre. Dopo la recentissi­ma miniserie Bbc (con Maya Hawke, figlia di Ethan e Uma Thurman), riecco le Piccole donne al cinema dirette da Greta Gerwig, baluardo della New Hollywood nata indie e accolta nel mainstream. Negli adattament­i di Louisa May Alcott sono finite tutte le star di ieri, una grande chiesa che passa da Liz Taylor e arriva fino a Winona Ryder. Ora è il turno dei divetti di oggi: Emma Watson (che ha sostituito Emma Stone) è Meg, Saoirse Ronan fa Jo, a Timothée Chalamet tocca Laurence. Più Laura Dern (la mamma) e Meryl Streep (la zia), sigillo di garanzia. Nelle sale americane dal 25 dicembre

8. DOWNTON ABBEY

Lady Mary, il conte Robert, Violet madama di gran spirito, e poi Tom, Anna, Charles, Edith, John, Cora, fino alla provvida Mrs. Hughes. Vi mancano? Che domande. Tornano tutti nella serie più british di sempre, che fa il salto al cinema. Non è una scommessa da poco: la narrazione televisiva si è presa tutto il tempo necessario (ed è stato parecchio) per descrivere ogni personaggi­o, ogni tazza di tè, ogni dettaglio upstairs/downstairs, dicitura ufficiale per gli scontri tra classi sociali. Il copione è ancora del sommo Julian Fellowes, creatore dell’originale (e del prototipo Gosford Park): è già una sicurezza. Nelle sale dal 24 ottobre

9. EIGHTH GRADE

Ogni stagione ha il suo dark horse, come gli inglesi definiscon­o i piccoli outsider che rubano la scena ai grandi favoriti. Quest’anno è l’opera prima di Bo Burnham, ritratto di una teenager nell’ultima settimana alle medie. Ha i brufoli, carica video su YouTube, il suo futuro è una terra straniera: insomma, una di loro (cioè: degli adolescent­i di oggi). Se il film ha fatto il pieno di critiche positive, è pure merito della protagonis­ta Elsie Fisher, che molti vorrebbero candidata ai prossimi Oscar. Ma a questo giro, tra Lady Gaga e Glenn Close, la concorrenz­a è spietata: ce la farà a entrare nella cinquina?

10. US

L’outsider della stagione scorsa, invece, era Scappa - Get Out, che agli Oscar ci è arrivato eccome: ha vinto per la sceneggiat­ura (un horror! che sorpresa!), ma era candidato pure per il miglior film e la miglior regia. Perciò l’aspettativ­a sul nuovo progetto di Jordan Peele è altissima: para-citando Caparezza, il secondo film è sempre il più difficile, nella carriera di un artista. Il genere resta immutato, come il cast multirazzi­ale: stavolta ci sono Lupita Nyong’o ed Elisabeth Moss. Una casa al mare, una vacanza tra amici, una svolta inaspettat­a. E, nel poster, un paio di forbici. Ci piace già. Nelle sale dal 28 marzo

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