Vanity Fair (Italy)

Una famiglia particolar­e

- michele neri

Il padre è fuggito lasciando moglie, prole e un vuoto riempito da una commedia familiare in stile ebraicorom­anesco-disfunzion­ale, con protagonis­ta l’autore stesso – un eterno e nevrotico adolescent­e alla Woody Allen, «zio» e guida improbabil­e dei tre figli della cugina abbandonat­a. In Esercizi di sepoltura di una madre (Mondadori, pagg. 168, ¤ 17), il direttore di Einaudi Stile libero Paolo Repetti schiera una sequenza di dialoghi fulminanti, un tour de force di battute e dilemmi morali raccolti al telefono o in pranzi domenicali. Zio e nipoti dibattono i temi che turbano una famiglia di «ebrei, atei, cattolici, juventini»: orgasmo e suicidio, Kant, Torah e campionato, peso del vento o prime mestruazio­ni. A punzecchia­re l’adulto, è un giovane terzetto alla Tenenbaum. Isaac, nichilista ventenne che legge la vita in chiave algebrica, sesso incluso; il cinico e burino Davide, angosciato per un rigore sbagliato da Dybala, e l’adorata Saretta, metà Lisa Simpson metà Lolita, autoprocla­matasi «juventina sionista con allucinazi­oni cristologi­che» e che schernisce così lo zio: «La mamma ha detto che tu hai avuto due psicoanali­sti in contempora­nea all’insaputa l’uno dell’altro!». «Eh già! Un pioniere eh...». «È veramente incredibil­e conoscendo­ti». «Ma perché? È un’esperienza...». «No, è incredibil­e che li pagavi entrambi».

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