Vanity Fair (Italy)

FUOCO E MARTELLO

- di SILVIA PAOLI

Vicenza ospita i migliori artisti del suo distretto nella nuova collezione permanente del MUSEO DEL GIOIELLO (fino a fine 2020). Da sinistra: spilla reversibil­e Cornici e Rombi, in oro e acciaio inox, lavorazion­e a stampaggio di Carla Riccobini; corona-ghirlanda Myrsine in ottone bagnato oro di Cosimo Vinci; anello Double Bamboo lavorazion­e a mano, a fuoco e martello di Daniela Vettori. L’eterogenes­i dei fini. Ovvero quando i talent show di cucina finiscono per fare bene ai mestieri d’arte. Possibile? Secondo Alberto Cavalli, direttore generale della Fondazione Cologni Mestieri d’Arte, è cosi: «Oggi c’è una percezione diversa del talento manuale. 15 anni fa chi voleva fare lo chef? È una vita durissima, gli assistenti dello chef si chiamano Brigata, come la Brigata Sassari. Oggi è una profession­e ambita e ricercata. Solo marketing? Non credo, io penso che, come scriveva Cesare De Michelis, “Non saper fare niente con le mani fa di te un servo”. E, al contrario, essere capaci di fare qualcosa e farlo bene fa di te una persona che comprende la libertà e l’apprezza».

Perché i mestieri d’arte possono essere una chance per i giovani italiani? «Perché rappresent­ano un vantaggio competitiv­o, ovvero qualcosa che tu hai e che il tuo concorrent­e non ha. Che cosa? La grande destrezza manuale, legata però alla capacità di essere interpreti. I grandi maestri artigiani italiani non sono mai degli esecutori, grazie alla cultura del progetto riescono sempre a entrarci dentro per farlo evolvere, per migliorarl­o. Pensiamo al campo della gioielleri­a e dell’oreficeria: perché in Italia da secoli si trasforma l’oro? Abbiamo forse delle miniere? Neanche per sogno, ma qui tra Vicenza, Arezzo e Valenza si trasforma l’oro in maniera creativa, ovvero realizzand­o oggetti che fanno battere il cuore alle

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