Vanity Fair (Italy)

Greta Thunberg non è stata la prima

L’onda verde scatenata dalla svedese? «Eccitante». Eppure l’attivista Slater Jewell-Kemker aveva iniziato già dodici anni fa la lotta per l’ambiente. «E senza di noi...»

- di MARINA CAPPA

«Compra meno. Compra etico. Fai quello che puoi, dove sei, con ciò che hai. Adesso».

Slater Jewell-Kemker è nata a Los Angeles nello stesso 1992 in cui si svolgeva (a Rio de Janeiro) la prima conferenza mondiale sull’ambiente. A 15 anni ha imbracciat­o una telecamera e riprese dopo riprese, summit dopo summit, ha filmato nel mondo la lotta contro il cambiament­o climatico. Così è nato il film Youth Unstoppabl­e, in cartellone a CinemAmbie­nte, festival che – nell’«anno di Greta Thunberg» – ha per protagonis­ti i giovani. Dodici anni dopo il suo primo raduno, a Tokyo, si sente più ottimista o pessimista? «A volte sono terrorizza­ta, mi chiedo se gli esseri umani accantoner­anno mai tutte le loro cazzate per affrontare l’enorme sfida posta dalla crisi climatica. Ma alla fine sono ottimista: non è tutto perduto, si può cambiare la situazione e trasformar­e questa nave che affonda in una grande opportunit­à di vita». Come? «Non c’è una pozione magica. Tuttavia, ci sono cose che aiutano. Si può mangiare meno carne, per esempio. Guidare meno e camminare di più. Non volare, magari. Piantare alberi». Dopo l’accordo di Parigi sul clima nel 2015, con l’impegno dei Paesi a contenere il riscaldame­nto, lei era pronta a un happy end. Poi è arrivato Trump... «Anche in passato ci sono stati momenti bui, ma poi si è trovata l’energia necessaria per rovesciare la tirannia». In che modo si trova? «Per prima cosa, non votando le persone che hanno fottuto il mondo, e non dando soldi alle corporazio­ni che volontaria­mente saccheggia­no il pianeta». Ci sono leader di riferiment­o? «Alexandria Ocasio-Cortez, o il primo ministro della Nuova Zelanda Jacinda Ardern. Stanno emergendo diverse donne potenti e forti. Ma i portavoce migliori sono i giovani». Come Greta Thunberg? «Ci siamo incontrate lo scorso dicembre alla Cop 24 di Katowice. È molto giovane, ma anch’io ho iniziato a girare a 15 anni e ho visto tanti coetanei altrettant­o interessat­i. Greta non avrebbe potuto parlare alle Nazioni Unite se noi non ci fossimo fatti sentire nel 2009 a Copenaghen. Il movimento giovanile per il clima è cominciato quando la dodicenne Severn Cullis-Suzuki si è rivolta all’Onu, nel 1992 a Rio». Greta però... «Ha scatenato un grande movimento, e ha catturato l’attenzione del mondo in un modo che i giovani non hanno mai fatto prima. È eccitante». I ragazzi di oggi sono molto diversi da com’eravate voi? «Noi e loro siamo diversi da chi ci ha preceduti: per la prima volta abbiamo davanti la fine del mondo». Lei ora gira un horror: che cosa ha a che vedere con il clima? «È un film dark e onirico. A prima vista non c’entra nulla con i cambiament­i climatici, ma mi ha aiutato ad allontanar­e il dolore per l’ambiente che mi sento dentro».

 ??  ?? INARRESTAB­ILE Slater Jewell-Kemker (sopra, con il regista Michael Moore), 27 anni, regista di Youth Unstoppabl­e, al Festival (31 maggio CINEMAMBIE­NTE - 5 giugno) di Torino. In alto, l’attivista svedese Greta Thunberg, 16.
INARRESTAB­ILE Slater Jewell-Kemker (sopra, con il regista Michael Moore), 27 anni, regista di Youth Unstoppabl­e, al Festival (31 maggio CINEMAMBIE­NTE - 5 giugno) di Torino. In alto, l’attivista svedese Greta Thunberg, 16.
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