IL MANTRA POETICO

Inni agli dei e alle palpitazioni umane, bruciante desiderio e autunno del corpo. Erica Jong, a partire dagli anni Settanta, ha saputo intercettare le paure di generazioni affrontando le proprie. Scrivere poesie è per lei un’urgenza, «il pasto più importante della giornata». Nella raccolta poetica Il mondo è cominciato con un sì (Bompiani, pagg. 96, € 12; trad. G. Granato), il sì del titolo, ispirato a un passo della scrittrice Clarice Lispector, non è cieco assenso da temere. È un respiro collettivo, è l’abbraccio dell’innamorato che silenzia il proprio ego, la ricerca di sintonia con il moto delle onde, il ricordo agrodolce di case infestate da memorie come fantasmi. Con prefazione di Bianca Pitzorno, il libro è dedicato alla nipote Beatrice e porta tracce di miti proiettati nello spazio, lingue palpitanti e vive. Parole per scacciare quel timore atavico, la paura di morire. «La paura è pane / La paura è pirotecnica». Questo è il trucco, ripetere i versi come un mantra.