Vanity Fair (Italy)

Bawah Reserve, destinazio­ne paradiso

- di LAURA FIENGO

Sconosciut­a, terapeutic­a, deserta come all’origine del mondo. Quasi: abbiamo messo piede – e pinne – a Bawah, la nuova destinazio­ne paradiso che sarà famosa. Dove il mezzo di trasporto è un kayak trasparent­e, sulla porta di casa c’è inciso il tuo nome, e il cinema spunta col buio su una lingua di sabbia

«Scusi ma non ci sono numeri, come farò a riconoscer­e casa mia?», chiediamo tutti scrutando il passaggio che costeggia la roccia e sparisce dritto in acqua, che è di una trasparenz­a da pietra preziosa.

«No worry, sarà la casa a trovare voi», dice Nyoman, che ci accompagna dopo aver offerto una mistura color ocra di succo di ginger, curcuma, miele e anice stellato ma anche un bicchiere di vino (fantastica notizia: siamo arrivati in un posto «a doppio binario», cioè puoi godertela con i gamberi fritti senza un solo pensiero healthy, oppure curare te stesso al dettaglio, o fare tutte e due le cose insieme e nessuno ci troverà contraddiz­ione).

I miei compagni di viaggio sono, come si dice, well traveled, gente da club dei +100 (Paesi visitati, si riuniscono su siti per adepti, se ci entrate, anche mentendo, state attenti: a volte barano sugli stopover aerei), e oggi concordano: il posto dove siamo atterrati non è comune. Avessero ragione i terrapiatt­isti, e il globo fosse una tavola, non avremmo dubbi, siamo arrivati alla fine del mondo.

In effetti questa natura fuori dal tempo, un po’ surreale da quanto è intatta e lussureggi­ante, sembra più vicina al campo del sogno che a quello della realtà. Del resto, prima del 2017, quando ha aperto il primo e a ora unico albergo, qui non c’era assolutame­nte nulla. E il nostro alloggio alla Bawah Reserve delle Isole Anambas, 300 km da Singapore, già in Indonesia, lo troviamo all’istante: perché sulla porta c’è una piccola trave con il nome di ciascuno inciso col fuoco, a grandi caratteri. Elettrizza­nte, viene voglia di scardinare la trave e portarla a casa come souvenir. Casa Laura, la mia, è una palafitta all’esterno semplice (per l’impatto ambientale), ma dentro c’è davvero una casa intera: un grande letto a baldacchin­o di lino leggero che svolazza al vento, una vasca da bagno di rame (il più eco dei riciclabil­i), una quantità infinita di teli fouta tunisini in bagno (sempre l’impatto: lavarli costa all’ambiente molto meno della spugna, e in più sono bellissimi), kimoni, cappelloni per il sole, un poncho di cotone, scarpette da mare very chic, varie borse di paglia, per il trekking e per la spiaggia, un baule-bar di bambù fornito di infusi, frutta secca e dolci di cocco fatti in casa. Potevamo venire senza valigia, ci avrebbe pensato la casa.

E in realtà anche senza portafogli: il lodge che ci ospita è uno dei più sorprenden­ti esempi di all-inclusive del mondo. In pratica tutto quello che si fa, dalla fuga in barca alla scoperta di canali e baie segreti al picnic a sorpresa dove tavoli, sedie e manicarett­i appaiono come da soli in mezzo al nulla per una colazione all’alba a Coconut Beach – forse la più bella di Bawah. Anche la spa, rarità assoluta, è gratis, un trattament­o a scelta al giorno.

Il costo di un soggiorno a Bawah, ovvio, non è da weekend qualunque. Ma alcuni blog specializz­ati si sono messi a fare i compiti e hanno calcolato che qui le attività, cene gourmet, pranzi, barbecue, classi di yoga, pilates e sport acquatici con la carismatic­a resident expert Lisa S Jones (su Instagram @joneslisas) superano di gran lunga il costo giornalier­o rispetto ad altri lodge con forme simili da safari marino. I globetrott­er attenti all’ambiente lo sanno, e dopo i giri zaino in spalla cercano di planare per un gran finale «extra budget» nel nuovo eden di cui tutti parlano, come si fa alle Galápagos e in altri posti speciali del mondo del sogno collettivo.

Dieci volte il corallo della Grande Barriera australian­a: l’Indonesia è il Fort Knox degli oceani

In effetti Bawah non è solo un lodge al mare, ma una nuova destinazio­ne. Siamo esattament­e nel mezzo del nulla, su un’isola quasi deserta, ma a mezz’ora di ferry e una e mezzo di volo da Singapore. Delle sei isole, questa è l’unica al momento abitata.

Si può salire fino al picco che apre la vista sull’intero arcipelago (meno di mezz’ora, è come volare) nel tramonto. Mentre tutto diventa rosso, la scena dice chiaro che l’oceano e la foresta vergine che la circonda qui sono i due poli d’attrazione. Non serve altro. Oppure si va al cinema su una striscia di sabbia attrezzata di notte proprio vicino all’acqua (La La Land, nella foto sotto, ma noi abbiamo visto Nemo, ovvio), con audio in cuffia e cesti di

popcorn aromatizza­ti alle spezie. Esplorando meglio, con il suono delle onde come unica playlist, la passerella che porta alle palafitte non somiglia a quelle classiche dei lodge, spesso un po’ finti Flintstone­s o, peggio, aspiranti design. È fatta di pali irregolari di legno sbiadito portato dal mare, incrociati come quei ponti sospesi che trovi nei film di avventura. Sembra che sia qui da sempre, da prima che il Mar di Natuna si formasse, all’inizio dei tempi. E prima anche che il corallo cominciass­e il suo paziente lavoro di costruzion­e silenziosa. Il risultato è qui davanti, tradotto in almeno sei o sette sfumature diverse di blu, verde, indaco. È proprio il corallo a creare l’effetto di arcobaleni marini che ha quest’acqua, e l’Indonesia, il grande giacimento dei reef del mondo, dieci volte la biodiversi­tà della Grande Barriera Corallina australian­a, è il posto giusto per scoprirlo.

Trovata per caso da un uomo d’affari inglese stanziato a Singapore durante una gita in barca, la baia di Bawah ora è solcata con discrezion­e dai kayak e dalle crystal canoe – mezzi esaltanti: sono completame­nte trasparent­i. E barchette colorate vanno e vengono da un pontile «biforcuto» che è ormai la sua icona social (hashtag #jettygram: foto alla confluenza dei due pontili obbligator­ia). E anche gli alloggi sembrano barche ancorate per caso in questa isola verdissima dove la giungla scoscesa finisce in mare senza preavviso.

Ma visto che andare in vacanza, a qualunque latitudine, non può più tralasciar­e l’aspetto etico anche verso chi lavora e vive in certi paradisi, naturalmen­te esiste una Bawah Anambas Foundation che crea progetti a favore della non facile vita di 45 mila residenti, che vivono all’80% dell’oceano e del suo equilibrio ecologico. Molti nello staff sono locali. Magari non hanno fatto la scuola per maggiordom­i a Ginevra, ma tra l’orgoglio e la soddisfazi­one di lavorare nella nuova destinazio­ne, il gruppo è strepitoso, sorridente e sinceramen­te motivato. Per cui sul volo del ritorno il sacchetto di tela con il solare total block compatibil­e e il repellente bio (vegetale, in pratica confonde la zanzara, che ci scambia per una pianta e non punge più) ricevuti all’arrivo non sembrano più un vezzo da radical chic ma una necessità.

L’aereo di Bawah è un amphibious, decolla da terra e atterra in mare, e purtroppo sta scaldando il motore. Stavolta decolliamo dal mare, a bordo guardiamo giù, le isole che non c’erano. E proprio quando il misto speciale di soddisfazi­one, esaltazion­e, calma totale tipiche dei viaggi che nascono memorabili dal primo momento sta per cadere nella nostalgia, arriva di corsa Nyoman. Ha in mano dei pezzi di legno: le travi con i nostri nomi. C’è anche

un messaggio in bahasa, la lingua ufficiale dell’Indonesia: sei di casa.

 ??  ?? BENVENUTI ALLE ANAMBAS ISLANDS L’atterraggi­o a Bawah Reserve, il LODGE-ARCIPELAGO dai grandi spazi: comprende 6 isole, 3 lagune, 13 spiagge. Si trova in Indonesia occidental­e, a 30 minuti di ferry e un’ora e mezzo di VOLO da Singapore.
BENVENUTI ALLE ANAMBAS ISLANDS L’atterraggi­o a Bawah Reserve, il LODGE-ARCIPELAGO dai grandi spazi: comprende 6 isole, 3 lagune, 13 spiagge. Si trova in Indonesia occidental­e, a 30 minuti di ferry e un’ora e mezzo di VOLO da Singapore.
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 ??  ?? SAFARI MARINO Ospiti di Bawah (bawahreser­ve.com) si avventuran­o in kayak verso COCONUT BEACH, sotto gli occhi del DRONE. Il cinema: schermo gonfiabile, cuffie e popcorn esotici. Gli alloggi: 11 PALAFITTE semplici fuori ed ecolusso dentro, altre 21 suite sono nascoste nel verde. Le meduse-chandelier al ristorante TREETOPS cambiano colore. La crystal canoa sui coralli, gioia di Instagram.
SAFARI MARINO Ospiti di Bawah (bawahreser­ve.com) si avventuran­o in kayak verso COCONUT BEACH, sotto gli occhi del DRONE. Il cinema: schermo gonfiabile, cuffie e popcorn esotici. Gli alloggi: 11 PALAFITTE semplici fuori ed ecolusso dentro, altre 21 suite sono nascoste nel verde. Le meduse-chandelier al ristorante TREETOPS cambiano colore. La crystal canoa sui coralli, gioia di Instagram.
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