Vanity Fair (Italy)

I segreti del «guru» Peter Philips

Alle donne che non seguono le mode ma la loro vera natura, il guru mondiale del make-up Peter Philips dedica una linea ispirata alle pennellate verosimili di Lucian Freud

- di ROSSELLA FIORE

Nella nostra chiacchier­ata, la parola backstage è ricorsa molte volte. Un po’ perché i dietro le quinte delle sfilate sono il suo regno, dove donne già bellissime diventano divine, ma anche perché è il nome della linea make-up profession­ale che ha realizzato per Dior. Peter Philips, direttore della creazione e dell’immagine del make-up Dior dal 2014, guarda il mondo dalla posizione privilegia­ta di chi trasforma: «In un momento in cui tutti vogliono essere sul

palco e apparire sui social, io osservo dal backstage». La concretezz­a è il suo credo, il nero e il blu i colori del Deus ex machina: «Sono un uomo pratico che veste pochi capi essenziali, ma il mio beauty-trolley trabocca di prodotti. Per esempio, non butto mai i rossetti, anzi, li colleziono in piccoli blister che tengo sotto chiave. Per crearne nuovi e trovare ispirazion­e su trame e colori, raccolgo di tutto: pezzetti di plastica, carta o stoffe». Pensare a trucchi che conquistin­o tutte le donne non dev’essere facile. «Solo per guadagnarm­i la fiducia di mia madre e poterla truccare ci sono voluti 10 anni. Mi ha dato mano libera dopo che le hanno detto che dimostrava un decennio di meno». La sua missione, dopotutto, è proprio quella: valorizzar­e la personalit­à, più che la bellezza canonica, anche se quando lo incontro a Los Angeles, in occasione del lancio dei nuovi prodotti Backstage Dior, al suo fianco c’è la super top Bella Hadid.

«La bellezza è stare bene nella propria pelle e il make-up è un accessorio per raccontare questo comfort. Lo spiega anche Kim Carnes nella canzone Bette Davis Eyes. Avevo 12 anni quando uscì. Canta di una donna non universalm­ente bella, ma che riesce a far

fare agli uomini qualunque cosa», continua Philips. «Certo apprezzo chi mette rossetti audaci, ma anche coloro che decidono di uscire senza make-up, purché si sentano bene così. Mi viene in mente Maria Grazia Chiuri, donna dalla forza straordina­ria: ha spesso un look deciso, con gli occhi truccati di nero. Ma quando facciamo i meeting non porta nulla, solo la sua personalit­à. Basta guardarla muoversi per capire che quella è la sua vera natura».

A donne come lei Philips ha dato un’arma di velluto: una linea make-up che non segue la moda, ma valorizza con prodotti efficienti. 40 fondotinta, palette illuminant­i con colori sovrapponi­bili ed eyeshadow per ogni iride. «Rende belle da vicino e per farla mi sono ispirato all’arte. La passione nell’osservare i quadri di Pieter Paul Rubens e Lucian Freud me l’ha tramandata mio padre, che era un pittore: la pelle dei personaggi è costruita con pennellate di colori diversi come giallo, azzurro, lilla. È realistica e non dimentica che siamo fatti anche di vene», dice Philips, che per osservare l’arte e crearne a sua volta cerca silenzio. «Mi piace lavorare nel weekend quando non c’è nessuno in ufficio. Apro le finestre e mi godo il brusio di Parigi. Non ascolto musica, fatta eccezione per Piensa en mi del film Tacchi a spillo di Almodóvar, e per il soundtrack di due sfilate che Karl Lagerfeld mi regalò con un iPod. Conservo con cura quel ricordo dietro il sipario dei miei pensieri».

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