Vanity Fair (Italy)

Nel Chianti, a lezione di storia

Mentre qualcuno la elimina dalle tracce dell’esame di maturità, qualcun altro la riscopre. E la premia

- Di NINA VERDELLI

Albiera Antinori si aggira per la sua maestosa cantina come una regina in un castello. La tenuta, nascosta tra i vigneti del Chianti Classico, è un capolavoro di architettu­ra moderna, ma tutto in lei che ne è sovrana sa di antica nobiltà rurale: dal nome ricercato all’abbigliame­nto semplice (camicia e pantaloni di lino, sandali di pelle), dalla completa assenza di trucco ai lineamenti rinascimen­tali. In effetti, la storia della sua famiglia affonda le radici ancor prima del Rinascimen­to. «Nasciamo nel 1100 come mercanti di lana e seta», racconta. «Nei secoli, abbiamo cominciato ad acquistare terreni attorno a Firenze e a coltivare viti. Nel 1385 diventiamo vinattieri, e non ci fermiamo più». 26 generazion­i dopo, molti successi dopo (tra cui il Tignanello nel 1978), gli Antinori sono rinomati a livello internazio­nale come eccellenza del Made in Italy nel settore vinicolo. Non a caso, l’argentiere toscano Giovanni Raspini, da sempre attento alla valorizzaz­ione del territorio, ha scelto proprio loro, il marchese Piero e le tre figlie, Albiera, Allegra e Alessia, come destinatar­i del premio Food & Wine Award: «Parlando di vino, di tradizione secolare e di sguardo al futuro, nessuno si pone al loro livello», spiega il designer di gioielli. Albiera Antinori commenta: «Sulla tradizione secolare non ci sono dubbi, ne abbiamo fatte di tutti i colori: comprato palazzi, venduto tenute, navigato fino in Sud America per tentare un business lì. Mio zio ha inventato l’Ornellaia, poi ha ceduto l’azienda. Un nostro antenato, Bernardo, è stato ucciso per la sua tresca con Dianora di Toledo, sposa di Pietro de’ Medici. Durante la Seconda guerra mondiale abbiamo spaventato i tedeschi con l’esplosione di una botte di spumante». E per quanto riguarda la visione del futuro? «La parola spetta alla prossima generazion­e: il più grande dei nostri eredi ha 26 anni e sta ancora studiando, il più giovane ne ha 4 e ha ancora un sacco da studiare».

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In alto, la Cantina Antinori nel Chianti Classico. Accanto, il marchese Piero Antinori con le figlie, Albiera, Allegra e Alessia, e il premio creato da GIOVANNI RASPINI per l’occasione. La scultura in argento raffigura un gufo appollaiat­o sullo stemma di famiglia (che rappresent­a il marchese) e tre fiere: una leonessa, una pantera e un’aquila, ciascuna dedicata a una sorella. Solo il designer sa «chi è chi» ma, dice, «rimarrà un segreto».
L’AWARD PIÙ AMBITO In alto, la Cantina Antinori nel Chianti Classico. Accanto, il marchese Piero Antinori con le figlie, Albiera, Allegra e Alessia, e il premio creato da GIOVANNI RASPINI per l’occasione. La scultura in argento raffigura un gufo appollaiat­o sullo stemma di famiglia (che rappresent­a il marchese) e tre fiere: una leonessa, una pantera e un’aquila, ciascuna dedicata a una sorella. Solo il designer sa «chi è chi» ma, dice, «rimarrà un segreto».

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