BELLEZZA TUTTE AL MARE
Tabella del sole perfetto
Mantenere immacolato il candore della carnagione non fa più status, persino le celebrity tornano a crogiolarsi al sole. Non temono di scurirsi troppo le sorelle Kardashian e Jennifer Lopez, già geneticamente attrezzate, e nemmeno l’italica Cristina Parodi, che mai ha nascosto la sua passione per l’abbronzatura long lasting. Anche se la palma dell’estate la vince ancora Tamara Ecclestone, figlia del patron della Formula 1, Bernie. Seguono tre vere amanti della spiaggia sauvage dalle 9 alle 5 orario continuato, ovvero Gisele Bündchen, Elle Macpherson e Heidi Klum: tre super bellezze, che da abbronzate non sempre ci guadagnano. Se Gisele rende, Heidi è da preferire pallida. «L’abbronzatura troppo scura è innaturale, perché annulla i lineamenti: scompaiono gli occhi, le sopracciglia, il naso diventa piatto e spariscono i punti luce. Per non parlare dell’invecchiamento», dice Massimiliano della Maggesa, make-up artist e image-maker. Molto dipende dai lineamenti: se troppo marcati, meglio evitare. Ma anche il colore di occhi e capelli, e la qualità epidermica giocano un ruolo importante. Per esempio, dovrebbero astenersene le finte bionde. Perché una tintarella eccessiva appesantisce i tratti e invecchia. Un caso da red carpet su tutti è Emma Stone: quando si abbronza, si segna subito la zona del contorno occhi.
SUN-BATHING ANTIRUGHE
Concretamente i danni del troppo sole non tardano a farsi notare con nuovi segni sul viso. È sempre valido il monito secondo cui è meglio non esporsi durante le ore centrali del giorno, che non aggiungono benefici al nostro pantone biologico, ma anzi provocano solo ferite negli strati più
profondi del derma. Da evitare anche gli specchi rifrangenti, i riverberi dell’acqua di mare e piscina, la neve e la sabbia molto bianca, superfici che possono aumentare fino al 20% l’intensità dei raggi e rivelarsi pericolose. «Bisogna proteggersi sempre, anche quando il livello di abbronzatura è al massimo, proprio per evitare le incursioni degli Uva che distruggono le riserve di elastina e collagene, infiammano i tessuti e provocano eritemi», spiega la dermatologa Corinna
Ci vogliono almeno 2/3 giorni prima che la melanina affiori, creando quel minimo di colore che fa sentire belle. Il culmine dell’intensità arriva dopo 10/14 giorni, quindi inutile insistere
Rigoni. Per non sbagliare basta sapere che: «Ci vogliono almeno 2/3 giorni prima che la melanina affiori, creando quel minimo di colore che ci fa sentire belle. Il culmine dell’intensità arriva dopo 10/14 giorni, quindi inutile insistere. Segue sempre una parabola discendente che vede la pelle inaridirsi prima e desquamarsi poi, per il biologico ricambio cellulare», conclude Rigoni. Meglio allora esfoliare, proteggersi nuovamente e «rinfrescare» il colorito con solari acceleratori ricchi di estratti vegetali e booster stimolatori di melanina. O con Dha (diidrossiacetone), ingrediente di origine naturale che colora la parte superficiale della pelle e che aggiunge intensità e uniformità. Lo stesso principio attivo si ritrova inoltre anche in alcuni nuovi gel-doccia e after-sun.
ALLEATI PRO-TAN
Con l’overdose di Uv non si scherza. Perché non solo si mette a rischio la salute cutanea, ma si entra anche nel pericoloso territorio della tanoressia: «Un vero e proprio disturbo psichico, non grave, ma da non sottovalutare, per il quale ci si vede poco attraenti se non si è sempre abbronzate»,
spiega Elisabetta Franciosi, psicoterapeuta. Ma il consiglio di dosare i tempi di esposizione vale per tutti: insistere non serve, meglio stimolare la melanina in modo sano con integratori a base di betacarotene, che si deposita fra derma ed epidermide, annientando i raggi nocivi. O con cosmetici potenziati di self-tan, come terre minerali antiossidanti e idratanti, e fondotinta compatti anti-Uv. Per un’estate lunghissima sulla pelle.