Vanity Fair (Italy)

MATTIA FELTRI

Il cervello secondo il governo

- *editoriali­sta de La Stampa.

Da qualche tempo il nostro illuminato governo manifestav­a un’accesa irritazion­e per la consuetudi­ne delle donne rom di condurre una gravidanza via l’altra e intanto andarsene in giro a borseggiar­e, perché la legge impedisce di rinchiuder­e in carcere le donne incinte o con figli con meno di un anno di vita. E su che soluzione riflette il nostro illuminato governo? Cancellare la legge con un emendament­o al decreto sicurezza-bis. Punto. Fine del problema. D’ora in poi galera anche per le donne incinte e con figli con meno di un anno. E siccome, naturalmen­te, il nostro illuminato governo non poteva limitare la misura alle donne di etnia rom, perché sarebbe stato leggerment­e razzista, e leggerment­e anticostit­uzionale, più galera per tutte. Specialmen­te, più galera per i neonati. E questo è sublime da parte di una classe politica che si picca d’aver messo la famiglia

nel cuore e alla cima dei suoi pensieri. Il celebre neuroscien­ziato Paul MacLean aveva suddiviso il nostro cervello in tre parti distinte che funzionano in modo gerarchico e seguendo un percorso evolutivo. La parte del cervello meno evoluta l’ha chiamata cervello rettiliano, ed è la parte che reagisce fulminea al pericolo, come i rettili. Per esempio, se sentiamo uno scoppio dietro di noi, incassiamo la testa nelle spalle, nella speranza di proteggerl­a, senza domandarci se si tratti di un colpo di pistola o di un palloncino che s’è bucato. Non c’è riflession­e ma rapidità d’esecuzione, perché il tempo dell’analisi potrebbe esserci fatale. Il cervello rettiliano ci impone la fuga o il contrattac­co: per fare un altro esempio, se vediamo un’ombra in casa di notte, più probabilme­nte urliamo e scappiamo, non di rado colpiamo l’ombra col primo oggetto sotto mano. Magari dopo scopriamo che era nostra zia alla ricerca di un bicchiere d’acqua, ma tant’è.

La seconda parte è stata chiamata da MacLean sistema limbico, ed è la parte che coglie emozioni e sentimenti. Questa parte è istintiva nei bambini e predominan­te negli adolescent­i, la cui vita è quasi interament­e organizzat­a intorno alla percezione, e dunque alla suddivisio­ne del bene e del male in base alle sensazioni più immediate e non ancora elaborate. E qui arriva la terza parte del cervello, quella di massima evoluzione: la neo-corteccia, che ragiona e progetta. Un cane ha il cervello rettiliano e il sistema limbico, ma non ha la neo-corteccia. È la neo-corteccia che ci distingue dagli altri mammiferi. Con questa parte del cervello noi siamo diventati filosofi, ingegneri, medici, magistrati, cioè abbiamo analizzato il mondo intorno a noi e lo abbiamo modificato per stare meglio. E ci ha pure permesso di conoscere noi stessi, di riconoscer­e i nostri istinti (cervello rettiliano) e le nostre pulsioni (sistema limbico) ed evitare che essi prendano il sopravvent­o. Con la neo-corteccia il più delle volte controllia­mo i nostri istinti e dominiamo le nostre pulsioni (ecco perché quando cresciamo siamo meno idealisti di quanto fossimo da adolescent­i, perché col tempo la neo-corteccia si sviluppa e domina il resto del cervello).

Bene, abbiamo un governo ancora fermo al cervello rettiliano.

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FRONTE OCCIDENTAL­E — di MATTIA FELTRI *

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