Vanity Fair (Italy)

RAGAZZE CHE CORRONO CON LO SKATEBOARD

- m.car.

Crystal Moselle ha girato uno dei film più singolari degli ultimi dieci anni. S’intitola The Wolfpack, è uscito nel 2015, è il documentar­io sulla famiglia Angulo e i suoi sette figli cresciuti segregati da tutto: il mondo l’hanno scoperto attraverso i film di Tarantino. Quattro anni dopo (e un corto commission­ato da Miu Miu in mezzo), Moselle torna con Skate Kitchen, ora nelle sale, la sua prima opera di completa fiction. Che riconferma l’interesse dell’autrice per i clan più o meno chiusi, i microcosmi scelti o indotti, la formazione fai-da-te. Stavolta c’è Camille (Rachelle Vinberg), skater di Long Island che si unisce al gruppo che dà il titolo al film, un piccolo esercito di ragazze urbane che cercano il proprio posto nel mondo correndo sulla tavola a quattro ruote.

E non le mandano a dire a Sex and the

City: c’è una citazione della serie piazzata lì proprio per dire «noi siamo un’altra cosa». Cioè: ragazze vere, femministe non per moda, in crisi come tutte le postteenag­er. Fiction, sì, ma quanto è reale: Rachelle è una skater pure nella vita (oltre 230 mila follower su Instagram), il team esiste davvero (centomila seguaci online), il fenomeno è stato ampiamente analizzato dalla stampa Usa. Unica nota di pura fantasia: Jaden Smith, figlio di Will, che interpreta Devon, il tipo che entra a sorpresa nella vita di Camille.

A vent’anni, è più importante imporre la propria identità o seguire il cuore?

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