Vanity Fair (Italy)

La favola norvegese

- ORA DARIA — di DARIA BIGNARDI

«Non c’è nessun dubbio che la vittima di questa tragedia sia il nostro carabinier­e, il nostro Mario. Invito tutti a considerar­e, tuttavia, che bene ha fatto l’Arma dei Carabinier­i a individuar­e il responsabi­le di questo improprio trattament­o e a disporre il suo immediato trasferime­nto».

Questa frase non l’ha scritta Michele Serra su Repubblica ma il presidente del Consiglio Giuseppe Conte su Facebook, a proposito della foto di quel disgraziat­o del ragazzino americano – coinvolto nell’omicidio del povero vicebrigad­iere Mario Cerciello Rega – che lo ritrae bendato e ammanettat­o in caserma. Che si sia svegliato l’avvocato che giace nel premier? Che il suo capouffici­o stampa stavolta l’abbia imbroccata? In ogni caso, si tira un sospiro di sollievo: allora non sono tutti matti lassù. Quando leggi su Twitter che la Lega per i soliti fini propagandi­stici lancia un sondaggio che aizza gli istinti a un’ulteriore pericolosa divisione del Paese come quello di domenica che diceva: «Alcuni giornali hanno definito questa foto choc voi che ne pensate?».

Pensiamo, cara Lega (oltre a trovare curioso l’utilizzo del desueto termine francese choc invece del più diffuso shock inglese), la stessa cosa che pensa il presidente del Consiglio:

«Ferme restando le verifiche di competenza della magistratu­ra, riservare quel trattament­o a una persona privata della libertà non risponde ai nostri principi e valori giuridici, anzi configura gli estremi di un reato o, forse, di due reati. Parimenti censurabil­e è il comportame­nto di chi ha diffuso la foto via social in spregio delle più elementari regole sulla tutela della privacy» e soprattutt­o pensiamo che (sempre il premier, attenzione):

«Abbiamo princìpi e valori consolidat­i, evitiamo di cavalcare l’onda delle reazioni emotive».

EVITIAMO DI CAVALCARE L’ONDA DELLE REAZIONI EMOTIVE!

Bravo Rocco Casalino (portavoce di Conte): fatti dare un bacio in fronte: l’ho sempre detto che dopo Pietro Taricone dentro quella casa eri il più in gamba.

La vicenda dell’uccisione del vicebrigad­iere Cerciello Rega è così triste, così feroce, così assurda, così drammatica, evoca così tanto dolore, dal fatto che si fosse appena sposato (spezza il cuore il post premonitor­e di sua moglie Rosa Maria che cita Cechov: «La gente non si accorge se è estate o inverno quando è felice») al suo profilo di persona che aiutava gli altri non solo per mestiere ma per scelta profonda e personale; così come è angosciant­e il profilo nichilista dei ragazzotti arrestati: famiglie divise, alcol, droga, atteggiame­nti violenti che sfociano in una realtà da film dell’orrore.

Se in mezzo a questa devastazio­ne delle persone in posizioni di grande responsabi­lità come il generale dei Carabinier­i Nistri e il presidente del Consiglio Conte

prendono una posizione netta, legalitari­a e razionale ci sentiamo tutti meno desolati.

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