Vanity Fair (Italy)

YouTube e i pericoli per i bimbi

Il cambiament­o climatico mostra i suoi effetti anche sulle meduse: sempre più numerose, sempre più grandi. E pure pericolose

- di LUCA VENTURA PIÙ LUNGA DI UN UOMO Al largo della Cornovagli­a, fotografat­a durante un’immersione a Falmouth.

È partita da lontano per fare visita ai bagnanti delle spiagge di Irlanda e Galles, ma appena l’hanno vista sono scappati tutti. Del resto, questa non è una medusa come le altre: ha un diametro fino a 2 metri e i suoi filamenti raggiungon­o i 30. Chiamata anche «Criniera di leone», il contatto con la Cyanea capillata può causare irritazion­i cutanee, crampi e addirittur­a arresto respirator­io. Fino a oggi, questo gigante era prevalente nelle fredde acque dell’Artide e della Scandinavi­a, ma correnti e cambiament­i climatici ne hanno favorito la riproduzio­ne, spingendol­o a cercare nutrimento più a sud e mettendo in allerta anche i villeggian­ti della costa atlantica di Spagna e Francia.

Noi possiamo quindi tirare, almeno per ora, un sospiro di sollievo? Non esattament­e: anche se di più modeste dimensioni, sia le meduse native sia le cosiddette «aliene» sono in grande aumento nel Mediterran­eo. Secondo il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), i loro avvistamen­ti sono decuplicat­i negli ultimi 10 anni.

Queste misteriose creature, che sopravvive­ndo a sfide ambientali e predatori hanno attraversa­to tre ere geologiche

(appartengo­no a loro le più antiche impronte animali fossili mai ritrovate: 550 milioni di anni), non sono comunque mai aggressive. In caso di sfiorament­o accidental­e, la prima cosa da fare è sciacquare la parte colpita con acqua di mare e rimuovere i tentacoli con pinzette o con uno strumento piatto come una carta bancomat, evitando di: strofinare o grattarsi, irrorare la parte con aceto bianco, ammoniaca, alcol o pipì.

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