YouTube e i pericoli per i bimbi
Il cambiamento climatico mostra i suoi effetti anche sulle meduse: sempre più numerose, sempre più grandi. E pure pericolose
È partita da lontano per fare visita ai bagnanti delle spiagge di Irlanda e Galles, ma appena l’hanno vista sono scappati tutti. Del resto, questa non è una medusa come le altre: ha un diametro fino a 2 metri e i suoi filamenti raggiungono i 30. Chiamata anche «Criniera di leone», il contatto con la Cyanea capillata può causare irritazioni cutanee, crampi e addirittura arresto respiratorio. Fino a oggi, questo gigante era prevalente nelle fredde acque dell’Artide e della Scandinavia, ma correnti e cambiamenti climatici ne hanno favorito la riproduzione, spingendolo a cercare nutrimento più a sud e mettendo in allerta anche i villeggianti della costa atlantica di Spagna e Francia.
Noi possiamo quindi tirare, almeno per ora, un sospiro di sollievo? Non esattamente: anche se di più modeste dimensioni, sia le meduse native sia le cosiddette «aliene» sono in grande aumento nel Mediterraneo. Secondo il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), i loro avvistamenti sono decuplicati negli ultimi 10 anni.
Queste misteriose creature, che sopravvivendo a sfide ambientali e predatori hanno attraversato tre ere geologiche
(appartengono a loro le più antiche impronte animali fossili mai ritrovate: 550 milioni di anni), non sono comunque mai aggressive. In caso di sfioramento accidentale, la prima cosa da fare è sciacquare la parte colpita con acqua di mare e rimuovere i tentacoli con pinzette o con uno strumento piatto come una carta bancomat, evitando di: strofinare o grattarsi, irrorare la parte con aceto bianco, ammoniaca, alcol o pipì.