MARK CALTAGIRONE SONO IO
L’uomo virtuale
volle Jim Belushi. Ricordo Gere a cena, bello come il sole: aveva aspettato un anno e mezzo per fare il film».
Lei ha avuto anche un marito importante: Luca De Filippo, figlio di Eduardo. Come vi siete conosciuti?
«Facevo l’aiuto di Lina Wertmüller nello spettacolo L’esibizionista. Fu polemica a prima vista: eravamo due persone forti, che non avevano paura di scontrarsi. Poi è nata un’amicizia. La differenza di età (17 anni, ndr) era impercettibile, in più la Napoli di Luca era anche quella di mio padre, che lì era nato e aveva lavorato (Le mani sulla città, ndr)».
Come vi siete messi insieme?
«Lui aveva fatto una scommessa con un altro attore... Nel frattempo, un’attrice della compagnia si è fatta male, io sapevo il copione a memoria e ci siamo trovati a fare una lunga tournée insieme».
Era sposato con tre figli, che oggi hanno dai 42 ai 30 anni.
«Il secondo, che ne ha 33, ha preso in mano il patrimonio intellettuale dei De Filippo. Io ho sentito di non dover avere figli miei per non turbare il rapporto. Questo atteggiamento l’ho preso da mio padre, che si è sempre messo “dietro”, così umile che fino alla fine della vita si stupiva se qualcuno lo riconosceva».
Le è pesato non diventare madre?
«No: con i figli di Luca oggi ho un rapporto meraviglioso».
Com’era il rapporto fra suo padre e suo marito?
«È stato Luca per primo a dire che era una sciagura che Franco non lavorasse. Così gli ha affidato la regia a teatro di Napoli milionaria, e alla fine ha detto: “È come se avessi incontrato un padre”. D’altra parte, Franco era stato l’unico che ci aveva sgamato nella clandestinità, ci vide a tavola e disse: “Ma siete pazzi l’uno dell’altra!”».
Nel 2013, dopo una ventina d’anni insieme, lei e Luca vi siete sposati: come mai dopo tanto tempo?
«Sentivo che, finché non l’avessi fatto, per Franco ero una specie di concubina. Ci teneva ad “affidarmi” a lui: sapeva che Luca mi avrebbe protetto e non voleva rimanessi sola. Pochi mesi dopo di lui, invece, mio marito è morto».
Un po’ di fatalismo ci vuole.
«Io sono sempre ottimista. Non smetto di recitare e gestire la compagnia. La prossima stagione mettiamo in scena, diretto da Roberto Andò, Ditegli sempre di sì di Eduardo, e lo portiamo al Piccolo Teatro. Vado – appunto – avanti».
Hair e make-up Concetta Argondizzo @ Simone Belli Agency using Kiehl’s Glow Formula Skin Hydrator