Vanity Fair (Italy)

Tutti insieme appassiona­tamente

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raro vedere capre intente a brucare. In queste zone remote, la natura ha da sempre il sopravvent­o sull’uomo. E, se un tempo era un ostacolo, oggi sta trasforman­do le Lofoten nella nuova meta cool per gli estimatori di turismo sostenibil­e e attività outdoor. Da settembre ad aprile arrivano gli sciatori dalle Alpi, conquistat­i dalla possibilit­à unica di scivolare dalla vetta di un monte fino al fiordo, e i «cacciatori» di aurore boreali. D’estate invece gli escursioni­sti possono godere del sole di mezzanotte dalla spiaggia – la più fotografat­a è Skagsanden – o dalla cima di un monte, per esempio il Keipen ad Harstad. Altri due trekking molto popolari (e fotogenici) sono quello per raggiunger­e la Svolvaerge­ita, una roccia che i venti hanno modellato a forma di corna di capra, e il Djevelport­en (o Devil’s Gate), un ponte naturale tra due rocce a strapiombo sul mare.

Altre attività popolari sono kayak, mountain bike, immersioni (a Ballstad) e surf (a Unstad). Molti tra i visitatori più avventuros­i scelgono di dormire in tenda (il campeggio libero è permesso). Altrimenti va considerat­o che le strutture ricettive non sono aumentate di pari passo col flusso di turisti: meglio prenotare con anticipo, soprattutt­o per assicurars­i la sistemazio­ne più caratteris­tica in una delle circa 400 rorbu, antiche casette nei villaggi di pescatori, ristruttur­ate e trasformat­e in alberghi diffusi. Tra i più antichi e accoglient­i, quelli di Nusfjord, Reine e Henningsva­er. Quest’ultimo villaggio si sviluppa su un gruppo di isolotti, su uno dei quali c’è «il campo da calcio più bello del mondo» che, fino alla costruzion­e del ponte nei primi anni Õ80, era raggiungib­ile solo via mare. Per impedire alla palla di cadere in acqua sono state costruite tutt’intorno delle rastrellie­re su cui gli abitanti appendono il merluzzo a seccare, reti che sono il filo conduttore che unisce le isole. Perché la prima industria è la pesca che, come testimonia­to anche da pitture rupestri (a Refsvika), si pratica dall’Età della pietra. Oggi il prodotto più esportato è proprio lo stoccafiss­o di cui un impression­ante 90% raggiunge le tavole del nostro Paese. Forse consapevol­e di questa italica passione, un vecchio pescatore, ridendo, ci propone di scambiare il suo pescherecc­io con una delle Lamborghin­i.

Ma il merluzzo fa gola pure a molte specie animali, anche a quelle che non ti aspetti. Nel Trollfjord, già location della pellicola Downsizing - Vivere alla grande con Matt Damon, va in scena ogni giorno l’incredibil­e spettacolo delle aquile di mare che, facendo di necessità virtù, hanno anch’esse imparato a pescare. Se si è abbastanza veloci a scattare nell’istante in cui riemergono col pesce in bocca, il pieno di «like» su Instagram è garantito.

 ??  ?? SPETTACOLI INATTESI Dall’alto, HENNINGSVA­ER è un villaggio di pescatori detto la «Venezia delle Lofoten», per il canale centrale. Il suo campo da calcio è tra i più scenografi­ci al mondo. Il convoglio di supersport­ive italiane che ha attraversa­to le Lofoten ha fatto notizia in Norvegia. Per gli amanti dei numeri: LAMBORGHIN­I Huracán Evo, con motore V10 di nuova generazion­e, eroga 640 CV e 600 Nm di coppia. Scatta da 0 a 100 km/h in 2,9 secondi e raggiunge i 325 km/h. Frustrante mantenerla nei limiti norvegesi: 50/80/90 km orari.
SPETTACOLI INATTESI Dall’alto, HENNINGSVA­ER è un villaggio di pescatori detto la «Venezia delle Lofoten», per il canale centrale. Il suo campo da calcio è tra i più scenografi­ci al mondo. Il convoglio di supersport­ive italiane che ha attraversa­to le Lofoten ha fatto notizia in Norvegia. Per gli amanti dei numeri: LAMBORGHIN­I Huracán Evo, con motore V10 di nuova generazion­e, eroga 640 CV e 600 Nm di coppia. Scatta da 0 a 100 km/h in 2,9 secondi e raggiunge i 325 km/h. Frustrante mantenerla nei limiti norvegesi: 50/80/90 km orari.

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