Le novità di Berriault e Trevisani
Corrotta, vanesia, cinica. Torna la presidente degli Stati Uniti peggiore di sempre nella stagione finale della serie Veep. Vi ricorda qualcosa?
Quando nel 2012 – con Obama appena eletto per la seconda volta – andò in onda la prima stagione di Veep, ci si chiedeva se la serie potesse evocare in qualche modo la oscura realtà politica. Oggi che va in onda la settima e ultima stagione la domanda è se non sia al contrario la realtà a evocare Veep. Lo spostamento di prospettiva è dovuto a quello che è successo nel mezzo, ovvero l’ascesa di Donald Trump e un generale abbrutimento della politica, processo dal quale non è ovviamente immune la protagonista, la vanesia e corrotta Selina Meyer, ex vicepresidente diventata poi presidente per il rotto della cuffia e infine sconfitta alle elezioni.
La settima stagione si apre quindi con Selina candidata alle primarie del partito, in una situazione che, come molte della sua vita, alterna umiliazioni e bassezze colossali interrotte da momenti di gloria del tutto fortuiti ma sempre indirizzati ad accrescere il suo potere. In una delle prime scene, Selina gioisce alla notizia di una sparatoria solo perché le serve per levarsi da un impiccio organizzativo. E non è neanche la peggiore delle cose che farà, campionessa mondiale di cinismo qual è.
Se Veep rimane però una delle cose migliori da vedere in tv, è anche grazie a Julia Louis-Dreyfus, brava come sempre nel passare nel soffio di una frase da toni drammatici a surrealismo puro. Per i fan la notizia è che con il finale di questa stagione, Veep non lascia alcuna speranza di un possibile futuro ritorno. Meglio così, perché la serie ha esaurito il suo scopo: se prima serviva a ricordarci quanto mostruosi e privi di moralità fossero quelli al potere, oggi non è più necessario, basta guardare i programmi di news. Selina Meyer e la sua satira brutale rimarranno nella storia della tv, ma di questi tempi non ci mancheranno.