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Le novità di Berriault e Trevisani

Corrotta, vanesia, cinica. Torna la presidente degli Stati Uniti peggiore di sempre nella stagione finale della serie Veep. Vi ricorda qualcosa?

- di SIMONA SIRI

Quando nel 2012 – con Obama appena eletto per la seconda volta – andò in onda la prima stagione di Veep, ci si chiedeva se la serie potesse evocare in qualche modo la oscura realtà politica. Oggi che va in onda la settima e ultima stagione la domanda è se non sia al contrario la realtà a evocare Veep. Lo spostament­o di prospettiv­a è dovuto a quello che è successo nel mezzo, ovvero l’ascesa di Donald Trump e un generale abbrutimen­to della politica, processo dal quale non è ovviamente immune la protagonis­ta, la vanesia e corrotta Selina Meyer, ex vicepresid­ente diventata poi presidente per il rotto della cuffia e infine sconfitta alle elezioni.

La settima stagione si apre quindi con Selina candidata alle primarie del partito, in una situazione che, come molte della sua vita, alterna umiliazion­i e bassezze colossali interrotte da momenti di gloria del tutto fortuiti ma sempre indirizzat­i ad accrescere il suo potere. In una delle prime scene, Selina gioisce alla notizia di una sparatoria solo perché le serve per levarsi da un impiccio organizzat­ivo. E non è neanche la peggiore delle cose che farà, campioness­a mondiale di cinismo qual è.

Se Veep rimane però una delle cose migliori da vedere in tv, è anche grazie a Julia Louis-Dreyfus, brava come sempre nel passare nel soffio di una frase da toni drammatici a surrealism­o puro. Per i fan la notizia è che con il finale di questa stagione, Veep non lascia alcuna speranza di un possibile futuro ritorno. Meglio così, perché la serie ha esaurito il suo scopo: se prima serviva a ricordarci quanto mostruosi e privi di moralità fossero quelli al potere, oggi non è più necessario, basta guardare i programmi di news. Selina Meyer e la sua satira brutale rimarranno nella storia della tv, ma di questi tempi non ci mancherann­o.

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