Vanity Fair (Italy)

A LETTO CON I RICORDI

I racconti di alcune donne ricoverate in ospedale. Ecco l’opera che ha consacrato Gina Berriault

- di ALESSANDRA DE TOMMASI

Canto del cigno e consacrazi­one, i racconti Donne nei loro letti di Gina Berriault (Mattioli 1885, pagg. 220, € 16; trad. F. Cosi e A. Repossi) sono un’appassiona­nte galleria di ritratti al femminile che nel 1996, quando uscì, vinse vari premi tra cui il Pen/Faulkner.

Siamo nella San Francisco degli anni Sessanta e l’ospedale della contea racconta un viavai di parenti o stride per il silenzio della loro assenza. A osservare questa umanità è Angela, aspirante attrice di sera e assistente sociale di mattina, investita ogni giorno dallo spaesament­o dei volti posati sui cuscini delle camere. Lei lo chiama «un terremoto della mente, un terremoto del cuore» e vi si avvicina a tal punto da perdersi: il suo presente si mescola al passato delle donne che ha di fronte. Sospese tra sogno e realtà, le storie diventano sempre più intime e struggenti, e queste anime scombussol­ate si trovano davanti «un pubblico composto da uno spettatore che non sbatteva mai le palpebre», dovendo immaginars­i che almeno Dio le stia guardando. Solo questo sforzo può in parte alleviare il dolore dell’abbandono e, in alcuni casi, persino dell’indifferen­za dei medici. «Forse i letti si addicono alle donne», nota la scrittrice california­na morta nel 1999 – ammirata da Richard Yates e da poco riscoperta anche da noi – perché legati non solo alla nascita o alla morte, ma anche all’amore e all’odio che vi hanno condiviso. Eppure nel reparto donne «c’era un senso di resa»: sono i ricordi a tenerle prigionier­e più della malattia stessa. Tra queste pagine però trovano finalmente riscatto, oltre che quella dignità così spesso negata.

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