Vanity Fair (Italy)

LEONARDO DICAPRIO

La solitudine del divo

- di ENRICA BROCARDO

«Che cosa direi a me stesso da giovane se potessi tornare indietro nel tempo? Divertiti di più. Prendi il lavoro sul serio, cerca di dare il meglio, ma anche di goderti il viaggio».

Leonardo DiCaprio, sempre controllat­issimo nelle interviste, per un attimo si rilassa. Scherza: «A differenza di Quentin, io non pagherei mai il biglietto per andare

a vedere un mio film». Ma, soprattutt­o, lascia intraveder­e un briciolo di insicurezz­a. «Abbiamo tutti quelle vocine nella testa che ci fanno dubitare di noi stessi. È una lotta costante».

Se c’è una scena in C’era una volta... a Hollywood che, da sola, potrebbe valere un’altra candidatur­a agli Oscar per DiCaprio è quella del crollo emotivo del suo personaggi­o, Rick. Sul set, rimasto solo nella roulotte, si affronta allo specchio, si dà dell’ubriacone, dell’incapace. Quella scena non era prevista nel copione originale, è stata una sua idea.

Ma Tarantino, che con DiCaprio aveva già lavorato nel 2012 in Django Unchained, lo ha scelto per una qualità che lui fatica a riconoscer­si: il talento comico, che qui in effetti viene fuori nell’interpreta­zione di un attore ancora giovane eppure già considerat­o una della vecchia gloria, relegato a fare il cattivo e a prenderle dai nuovi eroi dei telefilm western e, infine, a riciclarsi in Italia – almeno questo è il suo punto di vista – come star hollywoodi­ana degli spaghetti western. Un uomo in crisi ma anche il peggior nemico di se stesso, «che cerca di sedare i suoi demoni con l’aiuto di parecchi bicchieri di whiskey sour».

DiCaprio, che a novembre compirà 45 anni, è molto più giovane di Tarantino e di Brad Pitt, entrambi del 1963, però ha cominciato a lavorare fin da bambino: camminava appena ed era già in tv e, nel 1994, per Buon compleanno Mr. Grape, ottenne la sua prima doppia candidatur­a, ai Golden Globe e agli Academy Award.

«In C’era una volta... a Hollywood Quentin ci ha messo il cuore, tutto se stesso. Lavorare con lui significa imparare tantissimo. Non solo conosce e capisce i grandi classici del cinema, sa tutto anche dei film di serie B, roba che io non ho mai sentito nominare in vita mia. E che non sapresti neppure dove andare a trovare. Possiede la filmografi­a completa di attori che nessuno ricorda».

Nel 2015, Leonardo DiCaprio e Brad Pitt erano apparsi insieme in The Audition, un corto pubblicita­rio diretto da Martin Scorsese, ma questo è il loro primo film. «Ci siamo trovati benissimo, tanto che, in certi momenti, ci è venuto naturale improvvisa­re. Quando su un set non ci sono tensioni possono accadere cose meraviglio­se e impreviste. È stato bello interpreta­re due personaggi che hanno condiviso così tanto insieme. Rick non considera Cliff come una specie di coltellino svizzero. Non è soltanto la sua controfigu­ra: è la spalla su cui piangere, il suo psichiatra, la sua guardia del corpo, il suo assistente a 360 gradi. Io non ho mai avuto nessuno come lui al mio fianco, ma quando ti trovi a girare un film in Africa per otto mesi, posso garantire che arrivi al punto di sentire il bisogno di qualcuno che, alla sera, si sieda con te in silenzio a guardare la television­e, perché di stare da solo non ti va. Fare l’attore, spesso, ti porta a essere isolato, le persone con le quali lavori finiscono per diventare la tua famiglia».

Ha mai paura di poter diventare una gloria del passato?

«Intanto con Brad abbiamo parlato del fatto che in questo mestiere devi essere preparato, ma anche avere un bel colpo di fortuna. Quella chance che arriva e che cambia tutto. Da tempo sono il capo di me stesso, posso prendere le decisioni dal punto di vista creativo, ma l’incertezza fa parte sempre del mio Dna. Oggi faccio parte di un club esclusivo, ma fino a quando me lo permettera­nno?».

Hollywood sta cambiando e DiCaprio lo sa meglio di chiunque altro. «La tecnologia sta rivoluzion­ando l’industria, ci sono nuovi protagonis­ti sulla scena. Il vecchio sistema degli studios è ormai un fossile. Viviamo nell’epoca delle serie tv, ma anche dei documentar­i, ce ne sono di fantastici in giro. Sono molto curioso di vedere che cosa succederà. Oggi posso produrre film per i quali, anche solo qualche anno fa, avrei dovuto supplicare: “Per favore, lo so, la storia ha a che fare con il sesso, la droga, la violenza, non è esattament­e il vostro genere ma ci sono buone opportunit­à commercial­i. Datemi i soldi per farlo!”. Spero solo che l’offerta di contenuti, che sta diventando sempre più ampia, non ci renda incapaci di captare l’arrivo di qualcosa di unico e speciale».

IL MIO MESTIERE PORTA ALL’ISOLAMENTO E I TUOI AMICI SONO QUELLI CON CUI LAVORI

 ??  ?? PREDESTINA­TO Leonardo DiCaprio, 44 anni, in una scena di C’era una volta... a Hollywood. L’attore apparve in tv per la prima volta a soli tre anni.
PREDESTINA­TO Leonardo DiCaprio, 44 anni, in una scena di C’era una volta... a Hollywood. L’attore apparve in tv per la prima volta a soli tre anni.
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 ??  ?? COMPAGNI DI SET Leonardo DiCaprio, Margot Robbie e Brad Pitt in un momento di pausa dalle riprese di C’era una volta... a Hollywood.
COMPAGNI DI SET Leonardo DiCaprio, Margot Robbie e Brad Pitt in un momento di pausa dalle riprese di C’era una volta... a Hollywood.

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