Vanity Fair (Italy)

Sono single ma amo molto

L’infanzia difficile, la carriera iniziata quasi per caso. Bellissima, impegnata e (ancora) single, l’attrice parla d’amore: prima di tutto, verso i figli. Ma anche per gli amici, senza dimenticar­e l’uomo che verrà

- CHARLIZE THERON

Nei suoi occhi azzurri si scopre una luce speciale, qualcosa di profondo, un fascino che permea tutta la sua anima, una sensibilit­à tipica delle persone che hanno sofferto. Charlize Theron, che abbiamo incontrato a Austin, in Texas, al SXSW, uno dei festival del cinema, e della musica, che lei ammette di amare di più, perché vicino alla sua personalit­à libera e indipenden­te, non ha avuto una vita facile prima di raggiunger­e la celebrità. Nata in Sudafrica a Benoni, è cresciuta in una fattoria presso Johannesbu­rg e, a 15 anni, assiste all’omicidio del padre compiuto da sua madre per legittima difesa. La madre, alla quale è sempre stata molto legata, si dedicò totalmente a lei e la mandò a studiare arte a Johannesbu­rg. Quelle memorie sono tuttora vive nella mente di Charlize, come la malinconia che la lega allA’ frica, pur vivendo da anni a Los Angeles.

La vedremo in Non succede, ma se succede..., al cinema dal 10 ottobre, interpreta­to e prodotto insieme con l’amico Seth Rogen, una commedia romantica su una storia d’amore apparentem­ente impossibil­e. I capelli corti e castani – dice di essersi ispirata a Linda Evangelist­a – valorizzan­o il suo sguardo felino e la pelle color perla. «Non ho una preferenza di colore, amo essere camaleonti­ca, cambiare stile, essere imprevedib­ile… In fondo, è quello che la mia profession­e, recitare, comporta», dice. Da bambina aveva i capelli scuri e «Fin da allora sognavo di abbandonar­e la campagna per ballare… A 4 anni cominciai a prendere lezioni di danza, ed ero certa che quello sarebbe stato il mio futuro».

Come è approdata alla recitazion­e?

«A 16 anni vinsi un concorso come modella e cominciai a lavorare a Milano. Avevamo bisogno di soldi. Ma la decisione di puntare al cinema accadde in una notte tempestosa. Mi ero trasferita a New York e lavoravo perfino come cameriera per mantenermi e pagare le lezioni di ballo. Ma mi feci male a un ginocchio e mi dissero che non avrei mai più potuto danzare. Ero molto depressa, mia madre arrivò dal Sudafrica. Vivevamo nel seminterra­to di un edificio, senza finestre e ci potevamo permettere di mangiare solo ciambelle. Mi confortò e, per la prima volta, mi confidò che non aveva mai pensato che fossi una brava ballerina, ma aveva visto come ero riuscita a emergere. Mi disse che dovevo andare a Hollywood e provare a recitare, perché in fondo lo avevo già fatto quando ballavo a teatro. E in quello ero bravissima».

Cosa accadde, quindi?

«Mi pagò un biglietto di sola andata per Los Angeles, e mi diede 300 dollari. Era tutto quello che avevo. Non ero cittadina americana e non mi resi conto che gli assegni che mi arrivavano per i lavori da modella non potevano essere incassati. Ma, un giorno, mentre disperata e senza soldi stavo litigando con un impiegato in una banca sull’Hollywood Boulevard, un noto agente era proprio dietro di me. Si offrì di incassare lui quell’assegno per me e mi diede il suo biglietto da visita. Fu l’inizio di tutto. Allora, vivevo in un motel a ore, e se non lo avessi incontrato, non avrei avuto i soldi per la notte. La mia amica, che mi aveva accompagna­to in auto, mi disse che a Hollywood “erano tutti agenti” e di non farmi illusioni. Invece lui lo era sul serio. Sono stata, quindi, molto fortunata».

Ha ampiamente dimostrato di avere talento, fino all’Oscar nel 2004, per la sua interpreta­zione in Monster.

«Mi attraeva l’idea di recitare nei panni di una serial killer. Dopo i primi ruoli decisament­e sexy, mi ero prefissata di accettare solo film che si avvicinass­ero di più a personaggi reali e tormentati, diversi e originali».

Anche Non succede, ma se succede... è una commedia ma non troppo...

«Sì, tratta del rapporto tra una donna di potere e un uomo normale, un giornalist­a. Anche se ci sono delle scene esilaranti, il film tocca problemati­che molto attuali».

Lei e Seth Rogen avete una chimica incredibil­e.

«Siamo molto amici e abbiamo lavorato insieme per più di cinque anni per realizzare questo film. Entrambi volevamo che si trattasse di una storia autentica. A Hollywood non si vedono spesso coppie così diverse come la nostra».

In un momento importante, con il #MeToo di cui lei fa parte (ha ammesso di essere stata molestata alla sua prima audizione a 19 anni, ndr), il film segna una svolta.

«Esamina la nascita di una coppia da un punto di vista diverso, il rapporto tra una donna potente e attraente e un uomo comune, che si trova a dover decidere se mettere da parte il proprio ego e supportarl­a nella carriera. In passato, alle donne si insegnava a rinunciare alla propria emancipazi­one e sposare un uomo che potesse mantenerle. Oppure accadeva che, in alcuni film, da Cenerentol­a a Pretty Woman, gli uomini scegliesse­ro donne bellissime ma lontane dal loro status. In questo film, invece, i parametri sono diversi. E, Seth, che alla fine è un comico, ma anche un intellettu­ale e uno degli scrittori più bravi che conosca, ha saputo esaltare quel lato “coatto” del suo personaggi­o. Quanto ai movimenti femministi, stiamo vivendo un periodo molto importante, in cui le donne non temono più di parlare. Allora, quando capitò a me di sentirmi molestata, non sapevo cosa fare. Anni dopo, quando ero già famosa, cercai il confronto con il produttore che naturalmen­te sostenne di non ricordare il fatto».

Nel film si tratta anche di politica, con una donna che ha la possibilit­à di divenire presidente degli Stati Uniti.

«Ho sempre tenuto a non essere troppo “politica” nei film che interpreto, quanto piuttosto di concentrar­mi di più sulla natura umana e sul senso delle azioni di una persona e dell’esistenza in genere. Ma devo confessare che mi piacerebbe molto che ciò accadesse: spero che avremo presto una donna alla Casa Bianca».

Che rapporto ha con i social media, dato che se ne parla anche molto in questa storia?

«Li considero uno strumento principalm­ente ludico, mi diverto a postare immagini del mio cane, per esempio, ma so che hanno anche un forte impatto nel cambiare le cose rivolgendo­si a un vasto pubblico. Ecco perché condivido anche fotografie che riguardano i progetti che porto avanti con la mia fondazione Africa Outreach Project, che mira ad aiutare le comunità africane ad avere una vita migliore e a limitare la diffusione dell’Hiv».

Accanto a lei recita in alcune scene Alexander Skarsgård (con cui si è vociferato abbia da qualche tempo una relazione non confermata, ndr), che si dimostra sorprenden­temente divertente.

«Era anche lui, per caso, a Montreal, dove stavamo girando, e ci sembrava molto adatto per questa parte. Lo conosco da molto tempo, siamo buoni amici e so quanto possa essere bravo in ruoli comici oltre che drammatici. Allora, stava girando un film in cui doveva recitare calvo, gli abbiamo messo una parrucca, è arrivato lunedì e ritornato sull’altro set giovedì. E ci siamo divertiti tantissimo insieme, quanto abbiamo riso!».

Theron ha avuto una relazione con il cantante Stephan Jenkins, che ha descritto le sue emozioni per lei nell’album dei Third Eye Blind Out of the Vein, e poi con l’attore irlandese Stuart Townsend, fino al 2010, l’unico uomo con cui ha convissuto per lungo tempo. Dal 2013 al 2015 è stata con Sean Penn.

Di recente ha dichiarato più volte di essere single e di volere un uomo disposto anche a crescere insieme a lei i suoi due figli, Jackson, 7 anni, e August, 3.

«Sono stata single per oltre sette anni e adesso... non se ne può più. Non mi sento di dare consigli in tema di relazioni, e anche quando recito in una commedia romantica mi capita di sentirmi una perdente perché, almeno fino a oggi, le mie storie non hanno avuto un lieto fine... ». (abbassa gli occhi)

Ma una donna come lei avrà di certo molte possibilit­à…

«A volte, essendo una star, si rischia di rimanere isolati. E, poi, io sono una donna “vecchia scuola”, non amo gli incontri su Internet, preferisco che qualcuno mi venga presentato o fare conoscenza di persona, con un incrocio di sguardi».

È romantica, allora?

«In realtà, mi considero piuttosto cinica, ma alla fine ho forse il cuore tenero».

Lo dimostra anche come si prende cura dei suoi figli.

«Ho un team di persone molto brave che mi aiuta, non so come farei senza di loro, dato che mia figlia aveva solo 4 mesi, quando nel 2015, girai nel deserto Mad Max: Fury Road con George Miller, un regista che considero un gentiluomo e un genio. Ma a me “bruciava” il cuore ogni giorno che passavo lontano da mio figlio. Adesso, quando non sono in viaggio per lavoro su qualche set, ogni mattina mi alzo alle cinque per preparare ai miei figli il pranzo che si portano a scuola. Magari non lo mangiano nemmeno poi, ma per me è importanti­ssimo passare con loro quelle ore. Alla fine, sono rimasta single per scelta. Lo devo ammettere. Avevo possibilit­à, ma ho preferito dedicarmi a crescere i miei figli. Adesso, però, sarei pronta per avere una relazione. Se trovo, comunque, la persona giusta. So di essere complicata e non facile, di certo non sono perfetta».

Che tipo di uomo cerca?

«Uno che sia una buona persona, che sia interessat­o ad ascoltare anche la mia opinione, che non parli solo di se stesso, e che ami bambini e cani. A volte ho notato come l’attrazione fisica possa scattare anche tra persone che poi non si piacciono veramente. Ma ora sarei pronta per avere davvero una bella storia d’amore. Anche se, forse, non da subito, dato che devo girare un altro film a Londra (il nuovo Fast & Furious) e per il mondo. Ma subito dopo… Chissà che non sia un bell’autunno».

Ha chiamato a caso la sua compagnia di produzione cinematogr­afica come i suoi due cocker spaniel? Denver and Delilah Production­s.

«Li ho presi in un periodo durante il quale ero sempre in viaggio, vivevo con la valigia in mano... Eppure, ne presi prima uno e poi, inspiegabi­lmente, decisi pure per l’altro. Ma loro mi guardavano come già sapessero che ci saremmo sistemati a Los Angeles. Ero un po’, forse, come il mio personaggi­o di Young Adult». (ride)

Ha ancora insicurezz­e?

«Temo tuttora di essere licenziata quando giro un film. Per fortuna sono anni che non faccio un’audizione, perché ero terribile in tutte! E poi mi preme prima di tutto la felicità dei miei figli. Fondamenta­le è non cadere più in depression­e. Mi è successo, mentre giravo Tully, quando i bambini erano piccoli... Dovetti ingrassare tantissimo. Ero diventata letargica e mangiavo di continuo pizza e pasta, anche se penso che fu il troppo zucchero a farmi cadere in quello stato… Spero che non mi succeda mai più. È stato orribile uscirne, dover perdere tutto quel sovrappeso dopo i quarant’anni».

Pensa mai di sposarsi?

«In genere non ho mai creduto che serva un legame come il matrimonio per sentirsi uniti con un’altra persona. Alcuni amici mi hanno fatto notare che dipende dal fatto che i miei genitori non hanno avuto un matrimonio felice. Non credo sia solo questo, perché ho conosciuto persone che la pensano come me, pur avendo avuto un’infanzia meraviglio­sa e i cui genitori sono ancora insieme. Rispetto, comunque, chi crede nel matrimonio, perché mi piace valutare e accogliere le opinioni di tutti. È importante che ci si senta felici, non importa con che tipo di legame».

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 ?? foto GILLES BENSIMON ?? SGUARDO FELINO
Charlize Theron, 44 anni. Dal 10 ottobre è nelle sale con la commedia Non succede, ma se succede... di Jonathan Levine.
foto GILLES BENSIMON SGUARDO FELINO Charlize Theron, 44 anni. Dal 10 ottobre è nelle sale con la commedia Non succede, ma se succede... di Jonathan Levine.
 ??  ?? AMORE E POTERE Charlize Theron in una scena di Non succede, ma se succede..., al cinema dal 10 ottobre con 01 Distributi­on, in cui interpreta una donna di potere.
AMORE E POTERE Charlize Theron in una scena di Non succede, ma se succede..., al cinema dal 10 ottobre con 01 Distributi­on, in cui interpreta una donna di potere.

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