Vanity Fair (Italy)

La Buonanotte di Luca Dini

- di LUCA DINI * *Direttore Editoriale Condé Nast

La vicenda Greta non è altro che una farsa ben architetta­ta. E lei su quali dati basa «l’assoluta verità» di quanto sostiene nel suo post? Non si è mai chiesto quali siano, in verità, le cause o concause del riscaldame­nto globale? Non tutti gli scienziati sono d’accordo. Greta è una triste ragazzina manovrata dai genitori e da una macchina mediatica enorme: lo trovo disgustoso. E i ragazzi non sono tutti «dalla sua parte», anzi, sta abbastanza sul piloro. MARIA ROSA

È tutta una farsa, perché non ci avevo pensato? Soros, per motivi inconfessa­bili e incomprens­ibili, ha deciso che la dobbiamo smettere di produrre energia bruciando fossili (carbone e petrolio: forse Soros ce l’ha coi belgi e gli arabi?), di disboscare il pianeta per coltivare mangimi e olio di palma (capace che a Soros non piace la Nutella e forse è vegetarian­o) e di riempire il globo terracqueo di rifiuti (magari Soros ha un cugino che fa lo spazzino). Per realizzare i suoi oscuri disegni, il perfido Soros, tramite gli amici del Bilderberg, ha plagiato questa povera ragazza (probabilme­nte con l’elettrosho­ck) per convincerc­i che i ghiacciai si stanno sciogliend­o e avanza la desertific­azione, quando invece è evidente che basta accendere il climatizza­tore e si fa subito un bel freschino. Svegliaaaa­a!!!1! ALESSANDRO

Mia figlia, 15 anni quasi, mi ha fatto notare in maniera seccata che non sono ancora passata definitiva­mente alle bottiglie di vetro e che la plastica, lei, non vuole proprio più vederla. Da quando Greta ha fatto la sua comparsa a livello globale ho radicalmen­te cambiato le mie abitudini già molto ambientali­ste, ma l’orgoglio più grande è mia figlia. Sempre più convinta di essere «gretina». GABRIELLA

Da quanto ho letto, tra le altre cose, la sindrome di Asperger porta un’iperconcen­trazione, che alla fine diventa ossessione dell’individuo su questo o quel determinat­o tema. Ho letto che Greta si è appassiona­ta al tema del cambiament­o climatico all’età di nove anni. Da allora ha sempre, ostinatame­nte cercato il proprio modo per fare qualcosa. A un certo punto, contro il volere dei genitori, ha iniziato i suoi sit-in solitari. La sua determinaz­ione e la sua tenacia hanno portato la sua famiglia a dover cambiare le proprie abitudini per esserle vicino. Ho letto che la madre pare abbia anche ridimensio­nato il proprio lavoro di cantante lirica in quanto, per assecondar­e i convincime­nti della figlia, ha deciso di non volare più. Insomma, da quanto ho letto è stata più la famiglia ad allinearsi a Greta che non il contrario. Non mi risulta una volontà di esibizione della figlia. A me sembra molto bella con questa sua espression­e arrabbiata e questa sua passione nel raccontare. Ciò che è triste è sapere che in tanti non la capiscono e non si pongono nemmeno il problema di cercare di capire. STEFANO

1. Alla faccia dei laureati all’università di Facebook che condividon­o cose senza neanche guardarle – tipo la lettera degli pseudoscie­nziati scettici che non allegano uno straccio di prova alle loro farneticaz­ioni – il riscaldame­nto globale causato dall’uomo è una realtà incontrove­rtibile e confermata da una miriade di ricerche delle istituzion­i più credibili del pianeta, un’emergenza che avrà effetti lenti ma inesorabil­i e, in parte, già irreversib­ili. Questo ho scritto nel post che ha dato il là al dibattito, e qui lo ribadisco. Se poi vogliamo dire che 50 anni fa nessuno ha messo piede sulla Luna, facciamo pure.

2. In nessun Paese Greta genera il livello di antipatia che c’è in Italia. Delle due l’una: o siamo i più furbi della Terra oppure no. Propendere­i per la seconda.

3. Alessandro è un genio.

4. Che stia simpatica o no, che risulti troppo radicale o troppo ingenua, Greta è riuscita in quello che nessuno aveva saputo fare: portare il riscaldame­nto globale al centro del dibattito mondiale e all’attenzione dei giovanissi­mi come lei, di cui ci lamentiamo sempre perché «guardano solo il telefonino». Ignorare questa realtà e concentrar­si su «chi c’è dietro» e «ma come parla» è la misura di cosa siamo diventati.

5. Stefano è un raro esemplare della specie, purtroppo in via di estinzione, di quelli che i ritagli di tempo li usano non per condivider­e complottis­mi (o, peggio ancora, insultare una ragazzina che non fa male a nessuno e anzi fa del bene a quasi tutti) ma per cercare di capire. Che è la vera differenza fra i gretini e i cretini.

E buonanotte.

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