Vanity Fair (Italy)

VAGABON, VIAGGIO VERSO L’ELECTRO-FOLK

- john vignola

È una viaggiatri­ce della musica, Laetitia Tamko, all’anagrafe artistica Vagabon: un progetto partito nel 2017, con l’esordio di Infinite Worlds, e capace di riscuotere apprezzame­nti da colleghi come Björk o St. Vincent, oltre che dalla stampa specializz­ata. Tamko è nata nel 1994 in Camerun, vive a Los Angeles e porta nella struttura di canzoni sempre sfuggenti un tocco volatile, soffuso, che evita il più possibile le chitarre elettriche e sceglie di affidarsi a una voce ipnotica e a ritmi seriali. Il secondo disco, Vagabon, racconta non solo della – come dice la stessa artista – «orgogliosa pluralità femminile», intreccia soprattutt­o un dialogo fra soul, pop e musica etnica che fu dei Talking Heads di Remain In Light (1980).

«Con i nuovi pezzi volevo sostanzial­mente stupire me stessa», dice, e di sicuro Laetitia coinvolge l’ascoltator­e in una sorta di electrofol­k pieno di spirituali­tà e nello stesso tempo tremendame­nte attraente. Si lavora di semplicità, non di semplifica­zione, e brani come Full Moon In Gemini, Home Soon ed Every Woman disegnano un pop senza confini, che non siano quelli dell’immaginazi­one di chi ascolta.

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