Le specie a rischio per colpa del clima
Secondo l’Onu, il cambiamento climatico impatterà sulla fauna in modo diverso, a seconda della specie. Ecco le più a rischio
Una specie animale su quattro è a rischio di estinzione, ma i dati recenti sul cambiamento climatico hanno portato anche qualche buona notizia: scarafaggi, rospi velenosi e procioni sopravviveranno al riscaldamento globale. E la razza umana? Se nulla cambierà, dicono gli esperti dell’Intergovernmental Panel on Climate Change dell’Onu, anche di noi resteranno pochi esemplari: ci riproduciamo troppo lentamente e la nostra capacità di adattamento ai radicali sconvolgimenti degli ecosistemi che ci attendono è limitata. Prima di andare incontro a questa sorte dovremo però dire molti tristi addii.
Alle api, per esempio. L’aumento delle temperature le spinge verso zone più fredde, mentre lo sbocciare anticipato dei fiori complica il loro processo d’impollinazione. Vulnerabili ai cambiamenti climatici anche le farfalle: prime fra tutte le monarca, ulteriormente decimate dall’uso di pesticidi che hanno distrutto le piante su cui depongono le uova. Con loro, spariranno molti altri insetti: se le temperature non si abbasseranno, un quinto delle specie si estinguerà entro fine secolo, la metà se invece dovessero salire ulteriormente.
Con l’innalzamento dei mari, che sommergono habitat e nidi, anche gli uccelli sono in pericolo, soprattutto quelli oceanici, ma non soffrono meno gli altri: è di queste settimane la notizia che negli ultimi cinquant’anni tre miliardi di volatili sono spariti dai cieli di Stati Uniti e Canada, quasi il 30% della popolazione.
Sotto assedio anche pesci, crostacei e molluschi che vivono nelle grandi barriere coralline: a causa delle temperature, un terzo dei coralli che compongono quella australiana ha già perduto colore e sta morendo. Squali e balene, nel frattempo, così come pinguini e orsi polari, non trovano più prede e fanno fatica a riprodursi.
Nelle foreste e nelle giungle, fanno fatica a procreare anche gli elefanti, penalizzati dalle temperature e dalla diminuzione delle piogge, così come le grandi scimmie antropomorfe, messe a rischio dalla deforestazione. Ancora più precaria la situazione degli animali a dieta specializzata: koala e giraffe, che si nutrono rispettivamente di foglie di eucalipto e acacia in maniera quasi esclusiva, presto si potranno forse vedere solo in foto.
Più in generale, dicono i ricercatori, le specie vertebrate a sangue caldo come mammiferi e uccelli sono più capaci di adattarsi al cambiamento delle temperature di quelle a sangue freddo come rettili e anfibi. Tra tutte, solo una ha saputo mettere a repentaglio la propria esistenza.