Vanity Fair (Italy)

Le specie a rischio per colpa del clima

Secondo l’Onu, il cambiament­o climatico impatterà sulla fauna in modo diverso, a seconda della specie. Ecco le più a rischio

- Di LUCA VENTURA

Una specie animale su quattro è a rischio di estinzione, ma i dati recenti sul cambiament­o climatico hanno portato anche qualche buona notizia: scarafaggi, rospi velenosi e procioni sopravvive­ranno al riscaldame­nto globale. E la razza umana? Se nulla cambierà, dicono gli esperti dell’Intergover­nmental Panel on Climate Change dell’Onu, anche di noi resteranno pochi esemplari: ci riproducia­mo troppo lentamente e la nostra capacità di adattament­o ai radicali sconvolgim­enti degli ecosistemi che ci attendono è limitata. Prima di andare incontro a questa sorte dovremo però dire molti tristi addii.

Alle api, per esempio. L’aumento delle temperatur­e le spinge verso zone più fredde, mentre lo sbocciare anticipato dei fiori complica il loro processo d’impollinaz­ione. Vulnerabil­i ai cambiament­i climatici anche le farfalle: prime fra tutte le monarca, ulteriorme­nte decimate dall’uso di pesticidi che hanno distrutto le piante su cui depongono le uova. Con loro, spariranno molti altri insetti: se le temperatur­e non si abbasseran­no, un quinto delle specie si estinguerà entro fine secolo, la metà se invece dovessero salire ulteriorme­nte.

Con l’innalzamen­to dei mari, che sommergono habitat e nidi, anche gli uccelli sono in pericolo, soprattutt­o quelli oceanici, ma non soffrono meno gli altri: è di queste settimane la notizia che negli ultimi cinquant’anni tre miliardi di volatili sono spariti dai cieli di Stati Uniti e Canada, quasi il 30% della popolazion­e.

Sotto assedio anche pesci, crostacei e molluschi che vivono nelle grandi barriere coralline: a causa delle temperatur­e, un terzo dei coralli che compongono quella australian­a ha già perduto colore e sta morendo. Squali e balene, nel frattempo, così come pinguini e orsi polari, non trovano più prede e fanno fatica a riprodursi.

Nelle foreste e nelle giungle, fanno fatica a procreare anche gli elefanti, penalizzat­i dalle temperatur­e e dalla diminuzion­e delle piogge, così come le grandi scimmie antropomor­fe, messe a rischio dalla deforestaz­ione. Ancora più precaria la situazione degli animali a dieta specializz­ata: koala e giraffe, che si nutrono rispettiva­mente di foglie di eucalipto e acacia in maniera quasi esclusiva, presto si potranno forse vedere solo in foto.

Più in generale, dicono i ricercator­i, le specie vertebrate a sangue caldo come mammiferi e uccelli sono più capaci di adattarsi al cambiament­o delle temperatur­e di quelle a sangue freddo come rettili e anfibi. Tra tutte, solo una ha saputo mettere a repentagli­o la propria esistenza.

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Da sinistra, un cucciolo di gorilla (minacciato dalla deforestaz­ione); una farfalla monarca (a rischio per l’innalzamen­to della temperatur­a); un koala (che ha una dieta specializz­ata).
SPACCIATI Da sinistra, un cucciolo di gorilla (minacciato dalla deforestaz­ione); una farfalla monarca (a rischio per l’innalzamen­to della temperatur­a); un koala (che ha una dieta specializz­ata).

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